Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria e ora gestita da me e Chicca. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.
La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante.
Questa volta ha scelto tra le recensioni di Graziella del blog Libri e librai, e ha scelto questo titolo.
Il libro:
Autrice: Felicia Kingsley
Titolo: Ti aspetto a Central Park
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 4 ottobre 2022
Pagine: 480
Trama:
Knight Underwood ha tutto: un elegante loft nell’Upper East Side, una fila di donne alla porta e il lavoro dei suoi sogni. O quasi. È l’editor che detiene il record di bestseller pubblicati dalla Pageturner Publishing e la promozione a direttore editoriale è dietro l’angolo. Purtroppo, non ha fatto i conti con quella che è destinata a diventare la sua spina nel fianco: Victoria Wender. Anche lei è un’ottima editor e le case editrici di tutto il Paese hanno fatto a gara per averla: non solo ha scommesso sul romance, ma ha trasformato la sua autrice di punta, Miranda Stoller, nella regina delle vendite. Victoria è appena atterrata a New York dal Texas ed è pronta a rivoluzionare il catalogo della Pageturner per consolidarne il traballante bilancio. Ma… non con l’aiuto di Knight! Lui non ci sta ad arrivare secondo, detesta il romance, ed è deciso a riprendersi il posto che gli spetta in ogni modo, lecito o meno. Victoria non è una che si ferma al primo ostacolo, è del tutto immune al suo fascino ed è pronta a fargli sudare tutte le sue costose camicie. Tra sabotaggi e schermaglie, però, Knight e Victoria vengono a conoscenza di un segreto che potrebbe mettere a rischio le loro carriere. E da rivali giurati potrebbero doversi alleare per salvare la casa editrice. Non è impossibile, dovranno solo sopportarsi per un po’… o no?
A me stessa muovo molte critiche, ma
per onestà intellettuale, mi riconosco che uno dei miei pregi è dare (e ridare)
seconde possibilità, soprattutto se si tratti di scrittori, soprattutto se si
tratti di autori italiani. La Kingsley è l’esempio lampante di come da una
sottile (proprio sottile?) antipatia letteraria sia finita con l’aspettare
trepidante le sue nuove uscite, come sia finita ad adorare la sua penna ed i
personaggi che riesce a tirarne fuori.
L’ambiente in cui avvengono le
vicende è in assoluto il mio preferito, una casa editrice, e già questo mi ha
portato a sorridere e ad emozionarmi per davvero molto poco. Se si aggiunge che
tra le righe, e non proprio tra le righe, visto che la Kingsley non si mette
certo i guanti per non dire chiaramente quello che pensa, si difende a spada
tratta il romanzo rosa, preso così spesso di mira da quella che ama definirsi
“alta letteratura”, si può dire che sia andata proprio in brodo di giuggiole.
Ho gongolato di fronte a questa romantica e necessaria apologia di un genere
che, pur essendo il più venduto, viene continuamente bistrattato da ogni parte.
Sia dagli esperti di settore sia da lettori che se non è Dostoevskij non si
abbassano a leggere altro. Bene! Io ho letto tanti classici, un po’ per piacere
personale, un po’ per esami all’università o al liceo, ma davvero io a volte,
in particolari momenti della mia vita, quando il bisogno di esplorare
sentimenti o di evadere dal buio della realtà diventano prepotenti, sento
proprio il bisogno di affidarmi a dei cliché che un romanzo rosa è in
grado di darmi. Questo non fa di me un discreto o pessimo lettore, questo fa di
me una persona che si affida con tutta se stessa alla lettura, qualsiasi cosa
essa possa darmi.
Ma veniamo al libro in questione, ma
veniamo soprattutto ai personaggi che hanno fatto la differenza, Victoria e
Knight, due editor di una stessa casa editrice che, come si evince facilmente
dalla sinossi, faranno carte false per aggiudicarsi il ruolo più importante,
attraverso scaramucce e vendette più sottili, ma che finiranno per costruire
insieme davvero una buona storia.
Una narrazione alternata ed in prima
persona è ciò che io non amo quasi mai nei romanzi, e che appena iniziato mi
aveva fatto storcere la bocca, perché sì lo so, che si entra più in sintonia
con i personaggi, si entra magari meglio nelle loro menti, ma io, per gusto
mio, assolutamente personale, preferisco la terza persona. Però, però
credo che in questo caso, mai scelta fu più azzeccata. Uno dei lavori che i due
dovranno fare insieme è scrivere un romanzo: ecco, qui era proprio necessario
che i due punti di vista fossero separati
e fossero messi in luce come ha fatto la Kingsley, anche mettendo tanto
di loro stessi in questo scritto su cui stanno lavorando.
Mi piace, tanto, che la scrittrice
abbia davvero descritto perfettamente come si arrivi alla stesura di un romanzo
rosa, quali debbano essere i cliché da seguire, cosa il lettore si aspetti,
cosa lo farebbe infuriare, quali siano i passaggi da seguire per poter arrivare
a vedere un libro sullo scaffale di una libreria!
Come ogni buon romanzo che si
rispetti, troviamo tanta ironia, scene simpatiche che alleggeriscono temi anche
dolorosi, troviamo anche scene di desiderio puro e sesso sfrenato, troviamo quello che interessa più a me, e
cioè l’amore, in tutte le sue sfumature, anche se lo dico con cognizione di
causa, avendone letti molti, che esistono romanzi e romanzi, e non è detto che
un romanzo rosa sia facile da scrivere o che sappia far ridere. Un buon romanzo
rosa deve essere, prima di tutto,
scritto bene, con una scrittura fluida e coinvolgente, che sappia dosare dialoghi
e descrizioni, che sappia andare oltre i cliché, che sappia far riflettere.
E in questo la Kingsley è una delle
Regine indiscusse, perché nei suoi romanzi c’è davvero tutto quello che un buon
romanzo rosa debba avere.
Voto: 4.5*
Le altre recensioni
e questo mi manca. Felicia la leggo sempre volentieri e sto cercando di recuperare i romanzi mancanti complice una figlia che li sta comprando tutti con la sua paghetta!
RispondiEliminaMi è piaciuto tantissimo questo romanzo come tutte le storie della Kinglsey!
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