lunedì 25 gennaio 2021

Questa volta leggo - Recensione di Ludovica di "Neve" di Maxence Femine

È arrivato il turno di questa rubrica, oggi tocca a Ludovica. 
 
Come sempre grazie a Dolci, Queen della grafica
 
 
Ogni mese verrà scelta una parola e nell'ultima settimana troverete le recensioni sui vari blog partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, scelto in relazione alla parola data, tutti con un comun denominatore.
 
 
La parola di gennaio è:

N E V E

Ha scelto questo titolo:
Autore: Maxence Fermine
Titolo: Neve
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 24 novembre 1999
Pagine: 112

Trama:
Giappone, fine Ottocento. Yuko, diciassettenne ribelle, lascia la famiglia per diventare poeta. Ma la sua poesia, dedicata interamente alla neve, è troppo bianca, e per imparare a darle colore Yuko deve seguire gli insegnamenti del vecchio poeta Saseki, ormai divenuto cieco. Saseki, attraverso il racconto della sua passione per Neve, una ragazza bellissima venuta dall'Europa e scomparsa mentre cercava di attraversare un precipizio sospesa su una fune, insegna a Yuko la forza e la potenza dell'amore. E con questo insegnamento Yuko diverrà non solo un grande poeta ma - cosa più importante - un essere umano capace di amore. 
 
 
 
 

La Poesia è la mia grande Passione. Un Richiamo. Una Consolazione. Un battito di ali che illumina e rigenera. Una Debolezza. Sul comodino sempre un libro di poesie, non si sa mai se il cuore abbia bisogno di una parola dolce o di un insulto velato.

Poi ci sono i libri, che sembrano, almeno dalla forma esteriore, dei romanzi, ma che in realtà non sono altro che Poesia nascosta tra le pagine. Questo libro, Neve per me è poesia.

Poche pagine, un centinaio, ma intense, in cui si svolge la storia di un giovane che nella vita sceglie di voler fare il Poeta, osservare il tempo che passa, veder passare la vita e cogliere e fermare gli attimi più importanti.

Dell’ambiente giapponese ha il tempo, scandito da una estrema lentezza, ha l’oggetto del poetare, la neve, che per quanto possa sembrare un tema assurdo, è proprio quello di cui Yuko, il protagonista, decide di parlare, ha il fascino: gli haiku, breve poesia di tre versi e diciassette sillabe, sono scritti su carta di seta, il profumo del tè.

È un viaggio verso la conoscenza di se stesso, verso ogni forma di Arte, verso la Vita, è l’incontro con il maestro Soseki, e quindi con il suo passato, con la sua storia, con la sua Neve, cioè la donna che amò e sposò e perse.

Questo libro, in breve parla di funambolismi, di equilibri difficili da raggiungere, ma di cui si ha bisogno per poter amare, scrivere, danzare, comporre, dipingere.

Un libricino che, con molti silenzi, molto colore bianco, molta neve, ci riconsegna alla parte più intima dei pensieri. Dei ricordi. Della vita. 

Voto: 4.5*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le altre recensioni

 

12 commenti:

  1. Libro per me sconosciuto ma dalla trama interessante

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  2. Complimenti.
    Hai fatto anche tu della poesia in queste recensione. Molto bella.

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  3. Non lo conosco ma la poesia non mi è mai piaciuta, a scuola la odiavo moltissimo.

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    1. Invece io, dai tempi del Liceo, ho sempre un libro di poesie sul comodino. Sempre❤️

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  4. mi fai venire voglia di leggere cose che normalmente non considererei

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  5. Bellissime le tue parole, convincono già dall'inizio

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  6. "La trilogia dei colori" di Maxence Fermine è la bellezza sotto forma di carta scritta :3 Dei tre volumetti, "Neve" è sicuramente il mio preferito :3

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