Ringrazio Dolci per l'organizzazione dell'evento e la casa editrice Beccogiallo per la copia digitale. Nuova graphic novel che non potevamo lasciarci scappare!
Grazie come sempre a Dolci per la grafica.
Il libro:
Autrice/Illustratrice: Isabella Di LeoTitolo: Si può fare! Gene Wilder e Mel Brooks: nascita di un sodalizio mostruoso
Editore: Beccogiallo
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2021
Pagine: 144
Trama:
Per molti di noi "Frankenstein Junior" è un film di culto. Per Mel e Gene è stato qualcosa di più. Tutto è cominciato da un'idea di Gene. “Raccontiamo la storia del nipote del barone Frankenstein.” Poi lui e Mel hanno scritto la sceneggiatura. Un lavoro febbrile, fatto di intuizioni, angoscia, litigi e riappacificazioni. Ma entrambi hanno sempre avuto la sensazione che quella sarebbe stata la volta buona. Gene, per smettere di interpretare ruoli secondari. Mel, per evitare il solito fiasco al botteghino. Hanno creduto in quel sogno per ore, giorni e settimane. E questo tipo di follia non li ha mai abbandonati. Così, alla fine, la realizzazione di quello che per molti di noi è un capolavoro, per Mel e Gene ha coinciso con la nascita di una grande (mostruosa) amicizia. Questa è la loro storia.
Nascita del mito di Frankenstein
Il mito di Frankenstein nasce in una piovosa
estate del 1816, quanto l'autrice insieme al suo compagno Percy B. Shelley, si
trova in compagnia del poeta George Gordon Byron e del suo medico curante John
Polidori.
Mary, che non ha ancora
compiuto 19 anni, ha già alle spalle un vissuto travagliato, con un'eredità di
idee decisamente progressista (per l'approfondimento dell'autrice rimando al
post sul blog I miei sogni fra le pagine).
Annoiati dal cattivo
tempo, il gruppo di intellettuali riunito a Villa Diodati, sul lago di Ginevra,
inventa un gioco: "Ognuno di noi scriverà una storia di
fantasmi" dice Byron.
La giovane Mary
raccoglierà la sfida, creando quindi questo mito così famoso.
La storia di
Frankenstein ha come basi il mito di Prometeo, infatti il titolo originale è "Frankenstein; or, The Modern
Prometheus" con esplicito richiamo al mito dell'eroe che
rubò il fuoco agli dèi e fu per questo, incatenato a una colonna,
tormentato dall'aquila celeste per un tempo senza fine.
La confusione fra
creatore e il creato, il fatto che spesso ci si confonda chiamando Frankenstein
proprio il “mostro” è alla base del mito, un richiamo per soffermarsi a pensare
chi è davvero il mostro, chi sia la preda e chi il cacciatore.
A parte la componente
horror, questa storia ha quindi una valenza filosofica spiccata e anche un
richiamo alla fantascienza, che ancora oggi guarda a questo racconto con
raccapriccio e ammirazione.
Plauso enorme quindi a
questa donna, che in un'epoca in cui al gentil sesso pochissimo era permesso
(infatti per diverso tempo la paternità dell'opera è stata attribuita a
P.B.Shelley), che è riuscita in poco tempo a creare un mito, che ancora oggi ha
del visionario e incute timore.
Concludo citando le
parole dell'autrice:
"Doveva essere spaventoso, perché assolutamente spaventoso sarebbe l'effetto provocato da qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo. L'artefice era terrorizzato dal suo stesso successo; fuggiva, pieno d'orrore, dalla sua ripugnante opera".
Conoscevate questo aneddoto?
Vi aspetto domani per la recensione e passate anche a leggere le altre interessantissime tappe:
conoscevo l'aneddoto ma è sempre bello ricordarlo. credo che la shelley sia tra le autrice più all'avanguardia nella storia della letteratura soprattutto se si pensa al periodo storico in cui è vissuta.
RispondiEliminaIo ho scoperto l'aneddoto leggendo un albo illustrato per ragazzi molto bello.
RispondiEliminaDavvero interessante questo approfondimento!
RispondiEliminaRicordavo vagamente come è nato il libro Frankestein e questo approfondimento mi è servito per rispolverarlo!!
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