venerdì 25 giugno 2021

Review Party "Il Re che fu, il Re che sarà. Il ciclo completo del Re in eterno" di T.H.White

La casa editrice Mondadori ha fatto uscire una nuova edizione, in volume unico, di questo classico. Ringrazio quindi per la copia digitale, anche Ylenia per aver organizzato l'evento.

Il volume è composto quindi da 5 libri, la scorsa settimana ho pubblicato la recensione dei primi due, oggi troverete i restanti tre.



Il libro:
Autore: T.H. White
Titolo: Il Re che fu, il Re che sarà
Editore: Mondadori 
Data di pubblicazione: 25 maggio 2021
Pagine: 1088
Serie: Il ciclo completo del Re in eterno

Trama:
Una tetralogia ormai divenuta un classico, che racconta la vita del mitico re Artù, allevato da Merlino in un mondo magico e meraviglioso e destinato a un futuro di gloria. Splendida epopea tratta dalle antiche leggende bretoni, questo libro ci porta nel regno incantato di Camelot, tra cavalieri, principesse, animali parlanti, uomini volanti... Un universo di stupefacenti creature che da generazioni affascina l'immaginazione di lettori di ogni età.








Libro: “Il cavaliere mal creato”

Il terzo libro di questa raccolta racconta di Lancillotto. Pensando al ciclo arturiano, la questione più delicata è proprio il triangolo fra Artù, Ginevra e Lancillotto e io ero curiosa, molto, di leggere anche questa interpretazione.

Devo ammettere che sono rimasta un pochino delusa e che questo dispiacere deriva proprio dalla caratterizzazione del cavaliere del lago.

Non ho sopportato Lancillotto, così saccente, bigotto e falsamente modesto. L'autore si prende tutto il tempo necessario, e non solo, per descrivere questo personaggio, così tormentato. Mi è mancato però proprio una spiegazione della causa, in quanto il suo innamoramento totale per la Regina, così totalitario e devastante, non ha ragioni, se non quella di avere la medesima età. Non lascia intendere che si sono innamorati passando tempo insieme, conoscendosi ecc., ma solo che questo sentimento è stato inevitabile, come una maledizione.

Anche Ginevra non ha brillato per simpatia, ma nel suo caso almeno ho capito, se non condiviso, le sue giustificazioni.

Artù invece si è di nuovo distinto per serietà e giudizio e ho apprezzato, molto, il suo non voler vedere il problema. White mi ha dato un'interpretazione di questo fatto del tutto convincente e ho provato ancora più simpatia per questo grande Re.

Le avventure di Lancillotto le ho lette sperando in una maturazione del personaggio, in un suo cambiamento. Ho trovato però solo pesante e a tratti faticoso leggere le sue gesta e, se possibile, a fine libro mi è stato ancora più indigesto.

Di questo libro ho però apprezzato due elementi:

– Primo: il rapporto fra Artù e Lancillotto, questo affetto che va oltre l'amicizia, che mi ha colpita per come viene descritto. Senza grosso trasporto, ma costante;

– Secondo: la questione morale. Il libro è incentrato quasi totalmente sul cavaliere del lago, ma a un certo punto Artù affronta un lavorio interiore sul bene e sul male e fa autoanalisi sul suo operato. Da qui parte la ricerca del Graal e questo pezzo introspettivo per me è stato una bellissima chicca (che mi ha pure fatto tirare il fiato dalle prodezze del cavaliere perfettino).

Ho gradito anche come viene trattata la questione religiosa, anche se, a parer mio, ogni tanto viene usata come scusa.

Lancillotto e Ginevra perdono un po' del fascino del proibito, di quel sentimento di amore impossibile di cui ho avuto fantasia e che forse ho troppo idealizzato. La corte di Artù però ne esce più reale e forte, questo non è male affatto.
Voto: 3.5*





Libro: “La candela nel vento”


Quarto libro sulla saga di Re Artù. Troviamo i nostri protagonisti invecchiati e, come spesso capita, al posto di essere più saggi sono i difetti a essersi acuiti. Quindi abbiamo Lancillotto troppo sicuro di sé, Ginevra troppo egoista e Artù troppo fissato con il suo ideale di giustizia. Tutto questo, unito alla smania di potere di Mordred, porterà a inevitabili scontri.

Devo dire che sul fronte della trama questo quarto libro non mi ha fatto impazzire. Sarà perché alcuni atteggiamenti dei personaggi sono accentuati (Lanci se le va proprio a cercare!), sarà perché leggere di fila questo tomo forse è stancante, ma mi sono ritrovata appassionata alla storia solo sul finale, che stavolta è aperto!

Lo stile dell’autore è sempre molto lento, piacevole ma non semplice. A tratti, soprattutto ne La candela nel vento, è dispersivo, però io adoro le sue digressioni.

Sarò un po’ fuori dal coro, ma le parti che ho preferito sono proprio quella iniziale e quella finale, dove l’autore va oltre la storia raccontata.

All’inizio del libro, tramite un espediente (che ho apprezzato) racconta il Medioevo, come si viveva in quel periodo, come ragionava la gente, quali erano usi e costumi. Ho trovato molto molto interessanti gli esempi riportati e ho apprezzato parecchio questo scorcio, che poco ha a che fare con la trama, ma che pone il lettore nella giusta ambientazione.

Altra parte che ho adorato è l’analisi finale di Artù, sulla guerra e su come il potere offuschi ogni buona azione. Una parte molto introspettiva, un tirare i fili su quanto fatto nella propria vita, sugli ideali perseguiti e soprattutto sul prezzo che questo esige. Ho trovato un Artù stanco e demoralizzato, quasi pentito e mi ha fatto riflettere molto.
Voto: 4*






Libro: “Il libro di Merlino”


Quinto e ultimo libro di questa raccolta, chiude il ciclo riallacciandosi al primo, La spada nella roccia. Artù alla vigilia della sua battaglia finale, quella contro Mordred, stanco e avvilito, viene precettato dal suo antico mentore e portato in un Consiglio particolare, dove attraverso esempi naturalistici, verrà offerta al Re una visione diversa della Guerra, e più in generale della vita.

Ho apprezzato molto l’intento di White di chiudere il ciclo arturiano facendo riferimento a come ha iniziato, con una sorta di racconto fantastico che però è metafora della vita.

Anche questo non è un libro semplice, in quanto molto filosofico più che introspettivo. Viene scandagliata la storia e la politica dell’umanità, facendo raffronti con il mondo animale.
In questo ultimo libro la passione naturalistica di White prende il sopravvento, regalandoci qualche chicca su animali non così scontati.

Ho trovato questa lettura interessante, anche se un po’ pesante: forse alla fine di un libro così impegnativo è emersa della stanchezza. Mi è piaciuto però perché tanto in linea con quanto scritto nei precedenti e comunque fa sempre bene ragionare su certi argomenti.

A fine lettura ho collegato il fatto che questo libro sia stato scritto tra il 1936 e il 1942 e quindi tutte le invettive sulla guerra e i riferimenti a fascismo e comunismo hanno avuto un significato particolare.

Ho apprezzato tanto il finale sottointeso dall’autore, mi ha lasciato con un sorriso.
Voto: 4*


 

Nell’insieme questa raccolta mi è piaciuta, diversa da ciò che mi aspettavo, ma la penna di White è particolare e assolutamente da scoprire. Per chi come me ama la storia di Re Artù è un libro da leggere.




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