martedì 17 gennaio 2023

L'angolo vintage 2.0 - Recensione "La misura dell'uomo" di Marco Malvaldi

Buongiorno lettori, ecco oggi questa rubrica inventata da me (nel 2016) che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice

In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.

Per questo mese ho scelto questo.
Il libro:
Autore: Marco Malvaldi
Titolo: La misura dell'uomo
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018
Pagine: 300

Trama: 
A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e lo riporta in vita immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani.
Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro.
A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi.
È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore.
Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti… Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore.
Un romanzo straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un’indagine sull’uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è – oggi come allora – la misura di ognuno di noi.


Ho già letto altro di questo autore, che apprezzo per il suo piglio comico che non può fare a meno di mettere nei suoi scritti, così come il carico toscano. In questo libro l’autore si è cimentato con un giallo storico, con protagonista niente meno che Leonardo, non proprio la mia comfort zone, ha però mantenuto il suo stile inconfondibile.

Devo dire che non sono andata spedita come mi è capitato con gli altri suoi libri, proprio per lo stile, che spesso per me è stato faticoso. L’autore ha saputo, secondo me in maniera sublime, unire il suo modo di scrivere goliardico con un bisogno di realismo storico, che ha fatto sì che in alcune righe lo stile sia stato rinascimentale e in altre decisamente più moderno. Secondo me questo è un grande pregio, anche perché appunto gestito bene e ha stemperato un po’ la faticosità della necessità di narrazione storica.

Io però ho un po’ patito gli excursus molto presenti per spiegare talune citazioni o riferimenti. Assolutamente necessari, però a me hanno interrotto il ritmo e fatto perdere lo slancio.

Ho adorato molto il sottofondo allegro, che non manca mai di ironia.

Ho apprezzato tantissimo la cura, nonostante l’autore a fine libro professi una discreta quantità di errori storici, ho notato invece la minuziosità che mi ha permesso di entrare nella giusta atmosfera: si è proprio respirata aria rinascimentale!

Anche la caratterizzazione dei molti personaggi è fatta benissimo, con grande riguardo verso la Storia.
Tra i vari personaggi mi è piaciuto tantissimo Ludovico il Moro, forse perché meno onesto (e quindi più vero).

Il mistero è interessante e non così scontato.

Anche se non è stato così semplice leggerlo, mi è piaciuto e sono contenta di averlo finalmente letto.
Voto: 4*
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