venerdì 21 aprile 2023

Recensione di Ludovica - Tu leggi? Io scelgo! - "Holden" di Laura Bonalumi

Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria e ora gestita da me e Chicca. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.


La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante. 

Questa volta ha scelto tra le recensioni di Chicca del blog Librintavola, e ha scelto questo titolo.
 
Il libro:  
Autrice: Laura Bonalumi
Titoli: Holden
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 15 giugno 2021
Pagine: 253

Trama:
Nina ha sedici anni, non conosce suo padre e la mamma è sempre preoccupata per i soldi che non bastano mai. Per fortuna nella sua vita c'è Holden, un magnifico cavallo dal manto nero e lucente. Quando è con lui, Nina può chiudere tutti i problemi fuori dal maneggio e sentirsi finalmente libera. Finché una notte, tentando di fuggire dal suo box, Holden si ferisce gravemente.
Per salvarlo, Nina decide di portarlo nella baita del vecchio Bartolo, un uomo d'altri tempi, mezzo matto e mezzo guaritore. Lassù, tra quelle montagne incontaminate, la ragazza imparerà ad apprezzare le piccole cose: una fetta di pane con formaggio, il cielo disseminato di stelle, il silenzio interrotto solo dal rumore di un ruscello.
Conoscerà gli abitanti di quelle valli, e tra questi Sam, il cui dolce sorriso le farà battere forte il cuore. Ma, soprattutto, riceverà la lezione più importante di tutte: "il destino non si discute".


Non so quanto riuscirò ad essere obiettiva e razionale e non farmi, invece, trascinare dal cuore in questa recensione, un po’ perché questo è l’effetto che la Bonalumi mi provoca sempre, e sono molto contenta di aver scelto questo libro proprio da Chicca, perché lei fu la prima a consigliarmi questa autrice; un po’ perché si parla di cavalli, e parlare di cavalli, senza pensare a mio padre, morto due anni fa, è praticamente impossibile, visto che lui viveva per i cavalli. Che è poi il motivo per cui, invece, io negli anni abbia sviluppato una sorta di repulsione per tutto ciò che riguardasse questo mondo, che respiro e respingo praticamente da quando sono nata.

 

Nelle pagine in cui si sviluppa il rapporto della protagonista, Nina, una ragazzina che ha trovato tutto il suo mondo in un maneggio, unico posto in cui riesca a respirare la serenità che a casa con sua madre non riesce proprio a trovare, ed il suo cavallo, Holden, feritosi ad una zampa, dopo aver calciato il suo box, in un impeto di desiderio di libertà, io ho ritrovato la me stessa adulta, madre di una piccola amazzone, che l’accompagna e la sostiene in questo incondizionato amore nei confronti di un animale, pur non capendo assolutamente cosa la possa spingere ad amare, appunto, così incondizionatamente.

 

Ho imparato da Penelope, mia figlia, e l’ho ritrovato in questo splendido personaggio, Nina, uscito dalla penna della Bonalumi, che il legame che lega un cavaliere al suo cavallo va al di là di un semplice rapporto con un qualsiasi animale domestico, peraltro noi a casa abbiamo di tutto, quindi parlo con cognizione di causa, è un legame fatto di fiducia, è un legame di amore, fatto di odori, fatto di carezze, di consuetudini,  di accudimento, di totale perdizione nell’altro.

 

Come dicevo, Nina, ha un rapporto conflittuale con la madre, come se in fondo incolpasse lei dell’assenza di un padre nella sua vita, mentre invece trova nella nonna la figura a cui confidare la sua preoccupazione per Holden ed anche lo stupore e la felicità nel trovarsi in un luogo dove Holden dovrebbe riabilitare la sua zampa ferita.

 

Se la prima parte del libro è sviluppata in un contesto molto rumoroso e vivo del maneggio e della città in cui Nina e la madre vivono, tutta la seconda è invece ambientata in un posto che lei più volte definisce magico, in cui si incontrano strani personaggi, in cui una donna cieca cavalca senza problemi il suo destriero, in cui una coppia di gemelli vive in uno stretto ed indissolubile legame, in cui i cavalli sono liberi di pascolare in un prato, senza costrizioni a separarli dalla natura. È in questo luogo, silenzioso e ameno, che Nina conosce Bartolo, colui che, secondo la nonna, contro il parere della madre, potrà restituire ad Holden la capacità di tornare a correre.

 

È con Bartolo che Nina imparerà la lezione più grande: apprezzare anche le piccole cose, un cibo mai assaggiato, un tramonto mai osservato, l’affetto che proviene da chi poco prima non si conosceva, essere vista davvero, per quello che è, amare la natura, saper fare il bene del suo cavallo, senza pensare ad un tornaconto personale. È con Bartolo che Nina imparerà ad amare un po’ di più se stessa, a lasciarsi andare, anche alle piccole emozioni.

 

Un libro che arriva dritto al punto, senza fronzoli, senza girarci tanto intorno, in un linguaggio adatto anche a giovani lettori, in cui l’amicizia con il proprio cavallo arriverà a diventare appartenenza ad una famiglia.

Voto: 4.5*

Le altre recensioni



3 commenti:

  1. come sai io sono sempre molto felice quando i libri che ho amato vengono a loro volta amati da lettrici come te. felice davvero che abbia avuto questo effetto su di te

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  2. Grazie per questa recensione "viva" e carica di sentimento. Ne sono onorata oltre che straordinariamente felice!

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  3. Sento parlare molto di questa autrice, dovrò leggerla!

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