venerdì 1 marzo 2019

Recensione "Una per i Murphy" di Lynda Mullay Hunt - Perché te lo dico io #10

Buongiorno lettori, io e Lea del blog Due lettrici quasi perfette torniamo con questa rubrica, che adoro sempre di più.



E' un'idea che è nata parlando della nostra passione comune: i libri di narrativa per ragazzi. Ogni volta una di noi consiglierà all'altra un titolo, spiegando il perché di quella scelta e ci sarà la recensione. La cadenza sarà del tutto casuale perché noi due in fondo ci sentiamo ancora adolescenti e quindi pubblicheremo quando ci pare e piace!

Lea mi ha consigliato questo libro dicendo:
Questo è proprio un bel libro, uno di quelli che già dalle prime pagine capisci che metterà in forse tante tue convinzioni. Leggerlo ti porta a grattar via quella patina di certezze preconfezionate nelle quali, come madre, ti culli, perché è più facile ragionare per luoghi comuni, anche se non lo fai intenzionalmente. Una madre è una madre, giusto? E un figlio viene prima di tutto per una madre? Una madre però è anche una donna, imperfetta, fallibile. Questa storia la si può leggere da diverse angolazioni, la si può comprendere entrando nei panni di ogni ognuno dei protagonisti, ma non smette di disturbarci nel profondo.
 

Autrice: Lynda Mullay Hunt
Titolo: Una per i Murphy
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2018
Pagine: 245

Trama:
Carley Connors è una ragazzina fortunata. Almeno a sentire quel che dice la sua assistente sociale, la signora MacAvoy. Ma sarà vero? Carley viene da Las Vegas, un posto dove piangere è da idioti. Non piange nemmeno quando si ritrova piena di lividi nella stanza di un ospedale del Connecticut, con sua madre in corna, ma non riesce a evitare l'affido temporaneo presso una famiglia sconosciuta. I Murphy sembrano usciti da uno spot pubblicitario: ordinati, carini, perfetti. Così perfetti da sembrare finti. Carley sa che non potrà mai far parte di quel mondo, lei che i vestiti li va a "comprare" nei cassonetti dell'Esercito della Salvezza e che mangia pastina in brodo direttamente dalla lattina. Ma quella che all'inizio le sembra una prigione, poco alla volta si trasforma in una vera casa. Sarà per la gentilezza della signora Murphy, che non si arrabbia mai con lei e la fa sentire per la prima volta ascoltata, o per la simpatia dei piccoli Michael Eric e Adam. O per il fatto di fare cose normali, come andare a scuola e avere un'amica. In un posto che odora di bucato e profuma di torta alle mele e succo d'arancia a colazione, Carley impara a mangiare pollo in casseruola, a giocare ai supereroi e alle automobiline, a sapere che non sempre verrà accettata, ma può almeno provarci. E farà breccia anche nel cuore del duro Daniel, più simile a lei di quanto entrambi possano immaginare. Forse basta solo trovare il coraggio di togliere la maschera della paura per riuscire a diventare l'eroe di qualcuno.
L'argomento del libro è molto delicato, l'affido e il rapporto genitori-figli. Essendo un libro per ragazzi, l'indicazioni dice dai 9 anni, è molto delicato nell'affrontare temi così complessi.
Io però sono madre e ho vissuto questa storia come tale, non mi è stato possibile fare altrimenti.

Questo libro mi ha coinvolta molto, sul finale mi sono anche commossa, perché è andato a scavare su emozioni profonde e radicate in me che si identificano nell'amore per i figli. Io non sono una di quelle persone che osanno la prole, siamo tutti pieni di difetti, ma l'amore non è mai in discussione ed è il sentimento più potente che esista.

Ho amato molto questa storia, mi ha aiutata a conoscere meglio una realtà diversa. Ho sofferto con Carley, per la sua rabbia, assolutamente giustificata, per il senso di ingiustizia, per il suo desiderio di normalità. A volte non ci si rende proprio conto della fortuna che abbiamo nella nostra vita normale e apparentemente banale.
Credo che a volte non si sappia quello che si vuole perché non si sa che esiste.
Ho sofferto anche per la madre di Carley, così sola e sprovveduta, infantile a tratti, ma comunque sua madre. La cosa che più mi ha colpita è l'assenza di giudizio, l'autrice è riuscita a non puntare il dito su nulla, a guardare le cose per come sono, senza distribuire colpe. Una cosa che ho apprezzato.

Mi sono ritrovata nella Signora Murphy, io sono come lei in tante cose. Non credo sia più giusto, semplicemente io sono così e sono contenta di esserlo. Alla fine di questo libro forse ancora di più e la fatica per essere rappresentante, pediautista ecc, pesa meno.

Una critica però ce l'ho. Questo è un libro scritto apposta per un pubblico giovane, lo stile è semplice e questo aiuta. Ho trovato però diversi congiuntivi sbagliati e solo nei dialoghi, come se fosse fatto apposta. Il tempo presente è certamente più colloquiale ma secondo me se fin da piccoli si leggono libri grammaticalmente corretti è meglio, è più probabile che imparino prima. Questa cosa mi ha infastidita, l'ho trovata poco educativa in un testo che lo è altamente.
Tutti quelli la cui vita è andata in pezzi in una sola notte dovrebbero avere una giraffa di peluche.
Un buon libro, che non cede nel facile buonismo e che fa emergere sentimenti forti. Da madre l'ho apprezzato molto e credo sia utile farlo leggere ai ragazzi, anche per apprezzare situazioni che si tendono a dare per scontate ma che non lo sono.
Voto:

Conoscete questo titolo? 
Siete curiosi di sapere cosa ho fatto leggere a Lea? Trovate il suo post qui.

Alla prossima


6 commenti:

  1. questo è da segnare per Giada.
    peccato che ci siano degli errori grammaticali, tu sai che anche io li trovo estremamente fastidiosi.

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    1. qualche tempo fa neanche ci avrei fatto caso, non sono così tremendi, ma sembrano fatti apposta per rendere "giovane" il testo e questa cosa mi urta

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  2. Cara Chiara, la tua recensione è da brivido! Bellissima. (Per i congiuntivi mi sento una somara distratta. Evidentemente leggo con un po' troppa di velocità).
    Alla prossima Lea

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    1. ma che somara, figurati! Ci faccio più caso ultimamente e mi è dispiaciuto. Mi ha commossa lo stesso, grazie

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