domenica 11 dicembre 2022

Purché sia di serie - Recensione "Kayal. Un indiano a New York" di Miss Black

Buongiorno, ecco la rubrica sulle serie, nata da una mia idea e che ha come obiettivo di cercare di portarne a termine qualcuna delle millemila iniziate.

Grazie a Dolci per la grafica
 
La rubrica quindi consiste nel leggere mensilmente un libro appartenente a una serie cominciata (quindi non il primo) e di parlarne sul blog, però con una recensione speciale in questo caso.
Infatti per invogliarmi ho pensato di cambiare un pochino il metodo, avvisando prima. Farò una cosa che normalmente aborro, cioè farò spoiler, sulla serie e sul libro letto. Più un delirio da fangirl, che richiama perciò i gruppi di lettura sui social, che una recensione vera e propria.


Il libro:
Autrice: Miss Black
Titolo: Kayal. Un indiano a New York
Editore: Self
Data di pubblicazione: 29 settembre 2022
Pagine: 404
Serie: Unfit Vol.4

Trama:
«Dovrebbero inventare un altro termine. No, anzi, sa che c’è? Non dovrebbero inventare proprio niente. “Persona” va più che bene, vale per tutti e copre tutte le possibilità».

È il 1894 quando Dharya Kayal, 44 anni, ex soldato a cavallo nell’esercito di Sua Maestà, indiano naturalizzato inglese, omosessuale quando ancora il termine comunemente accettato era “invertito”, BFF di Lord Northdall, uomo dalle molte virtù, dal fascino invidiabile e dagli infiniti turbanti, parte per New York alla ricerca di una persona. Un singolo individuo in una città di tre milioni di abitanti – tutti pazzi, a giudizio di Kayal.
La sua ricerca procede in un crescendo di confusione ed erotismo.
Tra ereditiere dissolute decise a fare di lui il proprio trofeo, poliziotti violenti (& attraenti), un intero quartiere del vizio in cui scavare, prostitute, mogli abbandonate, aristocratici progressisti, signore caritatevoli fieramente omofobe, combattimenti di topi, travestiti, gang di irlandesi e un’intera società non proprio entusiasta delle persone di pelle scura, Kayal può contare solo su un aiuto: un valletto che non si è mai allontanato dal Norfolk.
E, insomma, un budget illimitato.
Dovrà bastare.

Unfit è una serie sulle disavventure di alcune persone rispettabili, che alla vita non chiederebbero altro che pace, tranquillità e le sacrosante gioie del patriarcato, vessate dall’esistenza stessa di individui uguali a loro sotto tutti gli aspetti e che non gli hanno mai fatto nulla di male, ambientata in un tempo migliore in cui gli uomini erano veri uomini e gli altri finivano ai lavori forzati.



Miss Black per fortuna ha deciso di proseguire con la serie Unfit, donandoci una storia anche su Kayal, uno dei secondari più particolari e da me tanto tanto amato.

Devo ammettere che ero curiosa, in quanto il libro precedente per lui non era finito bene, molto verosimile però per il contesto storico nel quale è ambientato. Infatti Kayal è omosessuale o meglio, come venivano tacciati all’epoca, un invertito. L’omosessualità a fine ‘800 era un reato, punibile con i lavori forzati, quindi ero veramente curiosa su cosa questa poliedrica autrice si fosse inventata per concedere anche a questo distinto e inglesissimo personaggio il suo lieto fine. Non vi racconterò l’idea eccezionale che ha avuto, posso però dirvi che l’ho apprezzata molto, anche perché sempre in linea con il periodo storico.

L’autrice per questo libro ha fatto un lavoro di ricerca molto consistente, si nota in ogni descrizione. Stavolta poi ha dovuto presentare il nuovo mondo, soffermandosi molto sulle differenze tra America e Inghilterra.

Mi è piaciuta la cura che ha avuto, mi sembrava proprio di essere lì con loro, i riferimenti molto accurati. A volte persino troppi, o forse io non sono così abituata a questo genere, spesso prediligo l’evoluzione della storia principale rispetto al contorno, che però in questo caso era importante e quindi doveroso averlo accurato.

Ho adorato Kayal, tantissimo, mi è piaciuto molto avere l’opportunità di conoscerlo meglio. Era uno dei miei preferiti e l’autrice è riuscita a farmelo amare persino di più. Tra i secondari stavolta ho adorato Wilson, che mi ha strappato ben più di una risata.

Ho molto apprezzato anche l’accenno alla discriminazione di genere, soprattutto tramite il personaggio (anch’esso meraviglioso) di Jade. Spero di leggere ancora di lei.

Bello ritrovare qualche cammeo di Julian e Rachel, sempre nel mio cuore.

Insomma se cercate un libro dal contesto storico accurato, scritto bene, sempre con l’impronta piccante e un po’ sfacciata di questa autrice, con personaggi caratterizzati benissimo e impossibili da non amare, questo è il libro per voi.
Voto: 5*

Conoscete questa autrice, questa serie?














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