venerdì 29 ottobre 2021

Recensione di Ludovica - Tu leggi? Io scelgo! - "I leoni di Sicilia. La saga dei Florio" di Stefania Auci

Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria e ora gestita da me e Chicca. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.


La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante. 

Questa volta ha scelto tra le recensioni di Floriana del blog La biblioteca del libraio e ha pescato questo titolo.
 
Il libro:  
Autrice: Stefania Auci
Titolo: I leoni di Sicilia. La saga dei Florio
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 6 maggio 2019
Pagine: 437

Trama:


Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

Intrecciando il percorso dell’ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana – dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia – Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.


Non è che io ami particolarmente le saghe familiari, soprattutto se sono permeate da un’atmosfera cupa e negativa, magari ambientate in dei secoli in cui diritti, che ora per me sono scontati ed ancora fondamentali, apparivano come neanche ingiustizie, ma fatti di vita vera. Un po’ mi spaventava leggere un romanzo storico ambientato in Sicilia, perché, per quanto abbia amato la Sicilia realista descritta da Verga, avevo il timore di sentirmi addosso ancora tutto il peso e l’angoscia di quegli anni.

 

Quindi perché questo libro? Perché, in fondo, ne sono stata attratta dalla sua prima pubblicazione ed ho confermato questo richiamo dopo aver letto un racconto della scrittrice Auci, in una raccolta nata sotto la pandemia Andrà tutto bene.

 

La scrittura è molto semplice, lineare, scorrevole, senza grossi trambusti, a parte un uso frequente, forse frequentissimo, del dialetto siciliano (devo dire che seppur io non sia lontanamente siciliana, purtroppo, non mi abbia infastidito per niente, forse perché il senso generale era più che comprensibile).

 

Come dicevo all’inizio, non sono avvezza alle saghe familiari, ma da questa mi aspettavo un po’ più di passione, di verve, di vedere un lato sentimentale della famiglia spiccare di più, ed invece l’autrice, non so se per sua scelta e volontà, si concentra molto di più sull’aspetto lavorativo dei Florio, più che sulla rete che intreccia i loro molti, dissimili e tenaci sentimenti. È una pecca? Assolutamente no, ma se si affronta la storia di una famiglia, soprattutto meridionale, in cui la famiglia resta il punto centrale e focale della loro esistenza, mi aspetterei che l’aspetto privato della storia abbia un maggior peso e sia osservato da più parti ed anche più a fondo.

 

Esiste un personaggio principale? Nella prima metà del libro il racconto si concentra sui due fratelli Florio, Paolo ed Ignazio, che dalla Calabria si trasferiscono a Palermo per aprire la loro aromateria, per darsi una possibilità di vita migliore. La moglie di Paolo, Giuseppina, tenace in vita, fin oltre la vecchiaia, unica sopravvissuta della triade partita dalla Calabria, è colei che ci metterà più tempo ad accettare il trasferimento e la crescita del suo unico figlio, Vincenzo. La seconda parte del romanzo è tutta incentrata proprio su Vincenzo e sulla sua crescita, più che personale, lavorativa.

 

Lo spaccato che l’autrice ci regala di una Sicilia, sempre più separata dal Continente, per decisioni politiche, la situazione sempre più precaria di un meridione che aveva altissime potenzialità ma che spesso si sono frantumate senza successo, è non solo veritiero, ma anche dannatamente triste. I Florio alzano il capo e se ne infischiano di quello che molti palermitani, pur servendosi quotidianamente nella loro bottega, pensino di loro, e cioè che non sono siciliani, ma sono forestieri; i Florio vanno avanti per la loro strada e non solo accumulano sempre più ricchezze, ma sperimentano, vanno oltre la loro condizione.

 

L’apparato storico è molto vivo e la descrizione efficace e veritiera, sembra quasi di ascoltare i rumori di una Palermo in continuo fermento o annusare gli odori del porto, è tutto molto curato, dal punto di vista stilistico e storico, senza sbavature o tentennamenti.

 

È stata una lettura interessante, anche perché, pur amando molto la storia, non sono abituata a leggere molti romanzi storici e quindi al libro il merito di avermi fatta uscire dalla mia zona confortevole.
Voto: 4*

Le altre recensioni:




 







2 commenti:

  1. Libro molto pubblicizzato che anche io volevo e non volevo affrontare. Visto la tua recensione dettagliata e chiara ho deciso di non leggerlo, per ora, per quella "mancanza" dell'aspetto privato da te ben descritta.

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  2. adoro le tue recensioni e ho capito che non è il libro adatto a me

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