giovedì 7 luglio 2016

Recensione "La briscola in cinque" di Marco Malvaldi

Ciao a tutti, caldo? Dove abito io non dura mai molto, quindi cerco sempre di non lamentarmi troppo. Oggi vi propongo una nuova recensione, finalmente ho letto anche io questo libro!


Autore: Marco Malvaldi
Titolo: La briscola in cinque
Editore: Sellerio editore Palermo
Data di pubblicazione: 5 luglio 2007
Pagine: 163

Trama:
La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell'immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l'immaginaria Pineta, "diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l'architettura del paese: dove c'era il bar con le bocce hanno messo un discopub all'aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all'aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto". L'omicidio ha l'ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest'ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all'indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all'intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.






Un po’ di tempo fa mia cognata mi diede un libriccino dicendomi che a lei era piaciuto molto. In quel periodo avevo molte letture programmate e lo misi in libreria. Recentemente mi è tornato in mente e, complice anche Il Salone del libro e una figuraccia, mi ci sono buttata.
Posso dire che non me l’aspettavo così? Partivo forse prevenuta, credevo fosse noioso o esageratamente intellettuale, chissà poi perché. Invece questo libro ha la caratteristica che forse adoro di più in un libro: è ironico. Ho riso e sorriso con i quattro vecchietti e devo anche confessare che non ci ero arrivata alla soluzione del mistero. Perché questo libro è anche un giallo.
Siamo in Toscana, in un paese che d’estate si popola di turisti. C’è un bar e un barrista (non è un errore, è proprio chiamato così). C’è il nonno di Massimo, il barrista, e ci sono i suoi tre amici che passano le giornate a giocare a carte e a parlare e sparlare di tutto e di tutti. E qui subito interviene il mio cuore di fan di Fabrizio De André citando un pezzo di una canzone che mi è rimasto in testa per tutta la lettura e che spiega al meglio il gruppetto :”Li troverai là col tempo che fa estate e inverno, a stratracannare a stramaledire le donne il tempo ed il governo”.
Quindi i classici vecchietti da bar che si lamentano dei giovani d’oggi, che ricordano i bei tempi andati, quelli che quando ero giovane io…, mi hanno subito conquistata. Perché l’autore te li fa conoscere ma con ironia appunto, li prende in giro quando non ci pensa Massimo. Personaggio strano lui  che non sopporta nessuno e da consigli a tutti. Si lamenta ma poi li cerca.

Da allora, ogni tanto, quando la clientela e i presenti lo permettevano, giocava a briscola in cinque e si divertiva come uno scemo.

Io sono rimasta incantata da lui. Una mente perspicace dietro un carattere burbero. Un barista che si rifiuta di fare caffè e cappuccini. Ma per fortuna che c’è lui che pensa al caso, altrimenti lasciato in mano al Dottor Commissario Fusco chissà cosa ne sarebbe uscito.
La ragazza uccisa e il mistero che ruota attorno all’omicidio fa da completamento a questa bella storia, a questa immagine di un cantuccio d’Italia. Come ho detto non ci ero arrivata alla soluzione e anche questo mi è piaciuto.

Altra regola fondamentale, nel farsi gli affari di persone mai viste né conosciute, è la documentazione delle proprie asserzioni con precisi riferimenti a persone, o ancor meglio a parenti di persone, la cui competenza in materia sia assicurata da una qualsivoglia analogia con la persona in questione; ciò conferisce anche al più ardito sproloquio la struttura rassicurante di un sillogismo.

L’unica cosa che non è stata di mio gradimento è il dialetto. Mi piace sentir parlare con accento toscano, lo trovo simpatico, ma leggerlo mi ha affaticato e secondo me era troppo. C’è da considerare che io non leggo Camilleri per lo stesso motivo, credo sia un mio limite. Troppi pezzi in dialetto da tradurmi nella mente per far girare bene la frase e troppi modi di dire locali. Nonostante questo però continuerò la lettura delle avventure di questi vecchietti brontoloni, spero di abituarmi un po’.
Una lettura bella e divertente, ideale per l’estate secondo me, sia per il periodo in cui è ambientato che è appunto questo, sia per quella nota di mistero che accompagna spesso le letture estive. Grazie a chi me l’ha fatta leggere, cognata e amiche.





24 commenti:

  1. Devo recuperare Malvaldi, dati i numerosi consigli da ogni parte, e la tua recensione è un'ulteriore conferma. Grazie :)

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    1. Cecilia prova, io mi sono fidata dei consigli e sono rimasta soddisfatta. Spero sia così anche per te

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  2. Buongiorno!
    Ti ho appena scoperta, hai un angolo molto carino. Anche a me piacciono moltissimo i rinoceronti! La frase che hai scelto poi è una delle mie preferite...
    Tornando alla tua bella recensione: sono molto contenta che ti sia piaciuto Malvaldi, io lo amo molto e i suoi vecchietti del Bar Lume mi sono molto cari. Per affezioni personali poi adoro sentir parlare in toscano e quindi mi ci diverto ancora di più. Tra i libri "stand-alone" di Malvaldi, non della serie del Bar Lume, ti consiglio molto "Odore di chiuso", un giallo ottocentesco molto interessante. Prova e poi mi saprai dire!

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    1. Ciao Eva, grazie. Capiti a proprio a proposito perché parteciperò ad una sua presentazione e volevo proprio comprare un libro che fosse oltre questa serie (che intendo comunque recuperare), quindi grazie mille!
      P.S. che bello conoscere un'altra fan dei rinoceronti!

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  3. Ciao Chiara, non ho ancora letto nulla di Malvaldi ma nell'ultimo periodo se ne è parlato su diversi blog e mi sono ripromessa di scoprirlo a mia volta! Magari prendo spunto proprio dal titolo da te recensito e che mi incuriosisce molto :) Buone letture, Anna

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    1. Ciao Anna, è il primo che leggo suo, ed è anche il primo della serie del Bar Lume con protagonisti i quattro vecchietti e Massimo, il barrista. Secondo me è ideale per l'estate, leggi leggi

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  4. Ciao Chiara!! :D
    Non vado pazza per i gialli, ma se mi dici che si tratta di un libricino e che ti fa fare pure quattro risate, magari un pensierino ino posso anche farcelo ;) :)

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    1. è veloce e sicuramente fa fare quattro risate. Non mi sembra tanto il tuo genere, ma non si può mai dire!

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  5. Ormai che adoro Malvaldi lo sanno anche i sassi :-P davvero contenta che anche tu abbia apprezzato!

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    1. Ciao Nadia, io sono rimasta piacevolmente stupita dal suo stile, credo che ora recupererò altri suoi scritti

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  6. Ancora con questa storia della figuraccia?!! Vabbè! Bella recensione, felice che ti sia piaciuto, così se lo dovessimo incontrare di nuovo almeno tu sei salva!

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    1. La figuraccia rimarrà per sempre! Se riesco lo vedrò sabato ad un festival qui da me, gli porto i tuoi saluti?

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  7. Ho comprato proprio questo libro poco tempo fa, spinta dagli innumerevoli consigli continui di diverse amiche fidate. Non vedo l'ora di provarlo, perché all'inizio lo snobbavo anch'io, come te, ma ora la curiosità sta arrivando alle stelle *_*

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    1. Alessia viva le amiche fidate! Anche io ho ascoltato loro e sono rimasta entusiasta. Sono curiosa di sapere se saprà conquistare anche te

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  8. Ciao Chiara,
    io l'ho letto e non ne conservo un ricordo particolare eppure da più parti sento parlarne benissimo. Magari recupero "Odore di chiuso" seguendo il suggerimento di Eva. ;-)
    un caro saluto da Lea

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    1. Ciao Lea, magari l'hai letto nel periodo sbagliato, o proprio non fa per te. E' anche normale che non a tutti piaccia sempre tutto. Sei brava però che vuoi riprovarci con lui con un altro titolo

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    2. In realtà non è che non mi fosse piaciuto, ma non è rimasto nei miei ricordi. Certo che ci riprovo. ;-)
      Lea

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    3. io di solito ricordo molto bene quelli che mi sono piaciuti molto oppure quelli che non mi sono piaciuti per niente

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  9. io preferisco il freddo... quindi per me il caldo è durato bastevolmente
    ciò posto questo libro l'ho letto recensito da altre blogger, e l'ho inserito nella lista dei desideri, anche se non è nella top 10

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    1. ciao, se ti capita leggilo, carino e veloce. Fammi sapere

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  10. Ahahahah ma quant'è carino! Forse se non fosse scritto un pò in dialetto gli avrei dato un'opportunità. Comunque io adoro i pensionati al bar. Ogni volta che ci passo vicino mi viene voglia di unirmi a loro a sentire i tempi andati ^-*

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    1. Ciao, la questione del dialetto ha infastidito anche me, credo proprio sia un mio limite. Ma sono riuscita a leggerlo bene lo stesso. Mi sembrava proprio di vederli lì a giocare a carte i vecchietti, rende proprio bene l'idea

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  11. Ciao Chiara. Io ho avuto occasione di incontrare l'autore ma ammetto di non aver ancora letto nulla di suo. Intendo rimediare, però!

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    1. Brava Stefania! E io spero di rimediare un incontro, se riesco proprio oggi!

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