Buongiorno, è il turno di Ludovica in questa rubrica, nata da una mia idea, alla quale si è aggiunta la collaborazione di Dolci.
Ogni
mese verrà scelto un argomento e troverete le recensioni sui vari blog
partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, sarà una specie di
catena di recensioni, tutte con un comun denominatore.
L'argomento di giugno è
Un libro con una persona in copertina
Autore: Enrico Galiano
Titolo: Più forte di ogni addio
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 18 aprile 2019
Pagine: 349
Trama:
Se hai voglia di dire qualcosa a qualcuno, fallo. Ora.
«È che ogni giorno che passa mi rendo conto che praticamente tutti avrebbero bisogno di coraggio. Glielo vedi negli occhi che hanno un progetto che non hanno ancora trovato il coraggio di realizzare, un ragazzo con cui non hanno trovato la forza di provarci o, come me, qualcosa da andare a dire a qualcuno, e che non ci sono mai riusciti.»
È importante dire quello che si prova, sempre. È importante dirlo nel momento giusto. Perché, una volta passato potremmo non trovare più il coraggio di farlo. È quello che scoprono Michele e Nina quando si incontrano sul treno che li porta a scuola, nel loro ultimo anno di liceo. Nina sa che le raffiche di vento della vita possono essere troppo forti per una delicata orchidea come lei: deve proteggersi ed è per questo che stringe tra le dita la collanina che le ha regalato suo padre. Per Michele i colori, le parole, i gesti che lo circondano hanno un gusto sempre diverso dal giorno in cui, cinque anni prima, ha perso la vista. Quando sale sul treno e sente il profumo di Nina, qualcosa accade dentro di lui: non sa che cosa sia, ma sente che lo sta chiamando.
Ogni giorno, durante il loro breve viaggio insieme, in un susseguirsi infinito di domande e risposte, fanno emergere l’uno nell’altra lo stesso senso di smarrimento. Michele insegna a Nina a non smettere di meravigliarsi ogni giorno. Nina insegna a Michele a non avere rimpianti, che bisogna sempre dare l’abbraccio e il bacio che vogliamo dare, dire le parole che non vediamo l’ora di pronunciare. Ma è proprio Nina, quando un ostacolo rischia di dividerli, a scegliere di non dire nulla. Di fronte al momento perfetto, quello in cui confessare che si sta innamorando, resta ferma. Lo lascia sfuggire. Nina e Michele dovranno lottare per imparare a cogliere l’istante che vola via veloce, come la vita, gli anni, il futuro. Dovranno crescere, ma senza dimenticare la magia dell’essere due ragazzi pieni di sogni.
Enrico Galiano, libro dopo libro, è diventato l’idolo dei lettori. Nessuno come lui sa parlare agli adolescenti e agli adulti attraverso il linguaggio universale delle emozioni. Dopo il successo di Eppure cadiamo felici, esordio più venduto del 2017, e di Tutta la vita che vuoi, per mesi in classifica, torna con un romanzo che ci ricorda che ogni momento è importante. Soprattutto quello in cui dire alle persone che amiamo che cosa significano per noi. Bisogna farlo subito, senza aspettare.
12 minuti. Sono sufficienti
12 minuti per conoscere una persona, per dire a lei più cose di quante si abbia
mai sentito il bisogno di confidare ad anima viva, per abbattere i muri della
non visibilità, per amare e lasciarsi amare. Il viaggio in treno che porta
Michele, quasi diciottenne che cinque anni prima, a causa di un incidente
stradale, è rimasto cieco, e non dico non vedente perché
a lui darebbe fastidio, dura 12 minuti, solo dodici, ma è grazie a quell’insignificante
viaggio, a livello temporale ovviamente, che su quel treno potrà conoscere
Nina, una ragazza che con il suo profumo è riuscita a conquistare il suo cuore,
in pochissimi secondi.
Michele è un personaggio che ho
amato da subito, e non perché sia cieco, non perché avesse un grande sogno nel
cassetto che si era realizzato proprio la sera dell’incidente, cioè diventare
portiere dell’Udinese, e con l’incidente si è andato a schiantare contro un
paraurti, no, Michele mi piace perché è ironico, ed autoironico, dote che non
guasta mai in un giovane che in una manciata di minuti vede il suo futuro
sgretolarsi e non può far nulla per cambiare la realtà delle cose, Michele è Michele,
nelle sue elucubrazioni mentali (e fisiche!), Michele non ha paura di buttarsi,
e sì che ne avrebbe tutte le giustificazioni, Michele è intelligente, arguto e
non si è fatto abbattere dalla “sfiga”. Michele è il ragazzo delle teorie, dei
numeri, dei Lego, il ragazzo delle metafore, perché ne ha una per ogni cosa che
racconti, Michele è il ragazzo dei Colori, come Nina è la sua ragazza Indaco.
Michele parla direttamente
al lettore, attraverso una registrazione che dura tre ore, ma a me piace
pensarla come ad una lunga confessione che fa a se stesso o una lettera d’amore
e d’odio che rivolge all’oggetto della sua invettiva: Nina. Michele in questa
pseudo lettera mette tutto se stesso, senza farsi sconti, mette le sue
debolezze, racconta gli imprevisti come se fossero scenette divertenti, ci fa
conoscere i suoi pensieri, dai più immaturi ed umani a quelli filosofici ed
esistenziali.
Nina è un
gran bel punto interrogativo dall’inizio alla fine, è sfuggente, è chiusa, è sincera,
brutalmente sincera, non si lascia catturare dalla penna, ma allo stesso tempo è
incapace di non farsi vedere per quello che è davvero da
Michele, il cieco più vedente che si sia mai visto in giro. Perché Michele
sceglierà Nina non solo dal suo profumo, ma dalla percezione di una lei che
vada oltre l’apparenza, sembra quasi che lui riesca a sentire in lei l’odore
del dolore. E lei che, a metà del libro, finalmente esce fuori per quello che è
realmente, una ragazza-orchidea, desiderosa solo di amare. Nina ci racconta il
suo punto di vista (e qui Michele ci farebbe senz’altro una battuta!)
attraverso un lungo dialogo che intraprende con la tatuatrice, appena
conosciuta, sembra quasi una scena teatrale, dove a farla da padrone non sono
descrizioni ed una narrazione in prima o in terza persona, ma solo delle
virgolette precedute dai due punti.
Non c’è
dubbio che Galiano, che ancora una volta sceglie di parlare del mondo degli
adolescenti, e lo ringrazio per questo perché mi piace il suo modo di
rapportarsi ai giovani, conosce quello di cui parla, si
percepisce che in ogni frase che fa pronunciare ai suoi due protagonisti, porta
un pezzo della sua storia con i ragazzi, di dialoghi ascoltati o solo intuiti,
comunque una porzione di realtà che egli stesso vive quotidianamente.
Non c’è
dubbio che il punto di forza dello scrittore sia proprio la sua scrittura, la
scioltezza con cui parla di sentimenti ed emozioni, la sua capacità di rendere
alla perfezione più un mondo interiore che quello che gli occhi vedono. Come al
solito, di fronte ai suoi libri, mi sono trovata a sottolineare tantissime frasi,
a rifletterci su, a farle mie, ad immedesimarmi fino a sovrapporre la mia
adolescenza con quella di Michele e Nina. Ah! Il potere della scrittura!
In
tutto ciò, però, c’è un MA. La storia mi ha emozionato, davvero, ho ritrovato
il Galiano della “mia” Gioia Spada, il Galiano dalle tinte forti, mai tenui o
indefinite, i suoi racconti sono sempre solidi, precisi, ma se fino a più della
metà del libro, ho pensato che come in Eppure cadiamo felici si
rasentasse la “perfezione”, per me ovviamente che non sono neanche una blogger
ma una lettrice-semplice, sul finire della narrazione ho trovato qualche
forzatura nella trama, qualcosa che stonasse non solo con l’inizio, ma anche
con i soliti romanzi di Galiano. Addirittura ho avuto l’impressione che
risultasse tutto un po’ retorico, un po’ costruito, un po’ ridondante, un po’ ripetitivo,
un po’ plasmato per lanciare per forza un messaggio. Come se ogni pagina ed
ogni frase non fossero già un messaggio conciso e bellissimo del Carpe diem, un
inno a scegliere, a fare, a buttarsi, ad avere coraggio anche quando può sembrare
incoscienza!
Michele
è un personaggio che mi resterà a lungo dentro, andrà a fare compagnia a quella
Gioia Spada che continua a tormentare le mie riflessioni ed i miei pensieri e
che continua ad essere il libro che vorrei scrivere.
Avrei
voluto che il romanzo si chiudesse ai tre/quarti della stesura, invece di
perdersi (o son solo io ad essermi smarrita?) sul finale, sulla risoluzione del
“problema, sul superamento degli ostacoli. Il libro mi è piaciuto tantissimo,
mi sono emozionata e la scrittura è stata un’ulteriore conferma, qualora ce ne
fosse stato bisogno, ma sul finale mi ha lasciato con la sensazione di non
soddisfazione, con una nota stonata nella bocca. Aspetto altri pareri per confrontarmi
ed anche, perché no, per rivedere le mie idee, per parlarne ed approfondire le
mie percezioni!
Voto:
Le altre tappe del mese:
Che bella recensione!
RispondiEliminaQuest'autore prima o poi lo leggo anch'io e sono certa mi piacerà
Grazie!!! 😀
EliminaLui con la penna fa magie!!!
Ludovica hai scritto una recensione meravigliosa, davvero! Devo solo farti un appunto: ormai puoi tranquillamente considerarti una blogger, ne hai ogni diritto!
RispondiEliminaOh la la! E se lo dice la Comandante allora inchino il capo e ringrazio 😘😘😘
EliminaMa che bella recensione Ludovica, non ho mai letto nulla di Galliano ma prima o poi rimedierò.
RispondiEliminaSabrina davvero! I suoi libri sono colpi al cuore e vanno assaporati e gustati!!!
EliminaCiao! Conosco l'autore per via di quello che posta sui social ma non ho ancora letto niente di suo. Spero di poterlo fare presto!
RispondiEliminaLui è il prof che tutti sognano e tutti amano! Lo stimo tantissimo ed i suoi libri parlano per lui😀
EliminaVabbè sei la regina delle recensioni. Che te lo dico a fare. Mi inchino davanti alle tue parole
RispondiEliminaAddirittura Chicca! È che certi autori e certi libri tirano fuori il meglio di noi!!!
EliminaBellissima recensione Ludovica! Il libro devo ancora leggerlo e temo quel MA di cui parli alla fine. Lea
RispondiEliminaLea, quando tu lo leggerai io correrò a vedere ciò che pensi! Sicuro! E non solo perché ti leggo sempre, ma perché i libri per ragazzi sono la nostra passione!😀
EliminaAmo le tue recensioni, sono bellissime.
RispondiEliminaGrazie Manuela! Sono molto molto “di pancia”🙂
EliminaMai letto Galiano perché qualcosa -non so bene cosa, però ahah- mi frena... Vedremo un po' se cambierò idea XD Peccato per quel "MA", Ludovica... Soprattutto perché fino a tre quarti il libro è andato alla grande T_T
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