Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.
La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante. A lei questa volta è capitata Floriana (La biblioteca del libraio) e ha scelto questo libro, che ho letto anche io e amato moltissimo.
Autrice: Sara Rattaro
Titolo: Niente è come te
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 4 settembre 2014
Pagine: 220
Trama:
Nessuno fa solo cose giuste o sbagliate. Siamo luce e ombra insieme. Due scatole colme di libri, pupazzi e tante fotografie. Tutto il mondo di Margherita è racchiuso in quelle poche cose. In spalla il suo adorato violino e tra le mani un biglietto aereo per una terra lontana: l’Italia. La terra dove è nata e che non rivede da quando è piccola. Ma ora è lì che deve tornare. Perché a quasi quindici anni Margherita ha scoperto che a volte è la vita a decidere per noi. Perché c’è qualcuno che non aspetta altro che poterle stare accanto: Francesco, suo padre. Il suono assordante dell’assenza di Margherita ha riempito i suoi giorni per dieci anni. Da quando sua moglie è scappata in Danimarca con la loro figlia senza permettergli di vederla mai più. Francesco credeva fosse solo un viaggio. Non avrebbe mai pensato di vivere l’incubo peggiore della sua vita. Eppure, ora che Margherita è di nuovo con lui, è difficile ricucire quello che tanto tempo prima si è spezzato. Francesco ha davanti a sé un’adolescente che si sente sbagliata.
Perché a scuola è isolata dai suoi compagni e a casa passa le giornate chiusa nella sua stanza. Ma Francesco giorno dopo giorno cerca la strada per il suo cuore. Una strada fatta di piccoli ricordi comuni che riaffiorano. Perché le cose più preziose, come l’abbraccio di un padre, si possiedono senza doverle cercare.
E quando Margherita ha bisogno di lui come non mai, Francesco le sussurra all’orecchio poche semplici parole per farle capire quanto sia speciale: «Niente, ma proprio niente, è come te, Margherita».
Ormai sono preparata,
anche se non lo si è mai abbastanza, all’ovvietà che ogni lettura di Sara
Rattaro abbia una sua peculiarità:
portarti completamente al di fuori di te stessa e farti intraprendere un
viaggio all’insegna di mondi paralleli, semplicemente dentro
la vita di altre persone.
L’argomento è dei più ostici,
visto che protagonista indiscussa è una bambina, Margherita, portata via dall’Italia
(e da suo padre Francesco) da Angelika, madre danese che senza una spiegazione
né un motivo caricò questo fagottino su un aereo e non permise, mai, al padre
di rivederla, neanche per poche ore, da soli, senza assistenti sociali a far da
guardiani.
L’argomento è ostico
perché la separazione è già difficile per una bambina piccola, ma quando a
questa si aggiunge il non sapere più chi sia tuo padre, il non conoscere il tuo
paese natale, l’avere di fatto spezzato ogni legame con la tua nascita ed i
tuoi affetti, questo può portare a delle piccole-grandi tragedie quando diventerai
un’adolescente. E sì che conosciamo Margherita da quindicenne, da bellissima
quindicenne quale è, con tutto il bagaglio di insicurezze e di paura nel
trovarsi all’improvviso di nuovo in Italia, di nuovo con un padre, di cui non
ricorda più il viso, e senza una madre, morta all’improvviso in un incidente
stradale.
La Rattaro lascia l’incombenza
della narrazione sia alla voce, silenziosa, colpevole, impaurita
di Francesco che a quella, riservata, spontanea ed impaurita di Margherita. Il loro è un problema di
fondo, però, perché non riescono a comunicare tra di loro, non riescono a
stabilire un contatto, non sanno guardarsi come un padre ed una figlia. Il loro distacco è stato
troppo traumatico per essere ricucito senza ulteriori strappi, senza il pericolo
di cadere in nuovi e probabili tranelli. Margherita è un’adolescente e si trova
all’improvviso senza una madre ed, invece, con un padre mai conosciuto, per lei
è tutto difficile, anche mettere su un tema la sua vita e la sua persona,
fidarsi di qualcuno sembra proprio impossibile, ma...ma sarà proprio il suo
essere adolescente a scalfire i suoi muri e a darle la possibilità di aprire di
nuovo il cuore. Il lavoro che dovrà fare Francesco su se stesso sarà più tortuoso
e claudicante, ma anche lui saprà trovare la strada giusta, architettando un
piano su misura per Margherita, che porterà entrambi a parlarsi e a
confrontarsi e ad amarsi come un padre ed una figlia.
La Rattaro scava nelle
menti di padre e figlia con la delicatezza che la contraddistingue, ma anche
con la fermezza che la caratterizza, non si lascia ingannare dalle loro
debolezze o dalla loro sensibilità o tantomeno dall’incapacità di ricostruire, lei va dritto al dunque e così mette
il lettore dinanzi alla realtà e alla durezza, all’ingiustizia e alla
rinascita.
Ho detto prima che il
racconto prende le mosse dalla voce di padre e figlia, ma il collante dei due,
la voce che più di ogni altra si fa sentire,
quella che racconta barzellette per ristabilire equilibri persi, quella che
arriva dal pavimento e sale ed entra nei cuori dei suoi ascoltatori, quella più
sofferta ed anche più vera, è la voce di Enrica, la compagna che da dieci anni
vive accanto a Francesco, lo supporta in tutte le sue umiliazioni, nel dolore
di non avere accanto a sé sua figlia, quella che ha messo la sua vita in pausa
per il bene del suo uomo.
Ecco, Enrica è il
personaggio che davvero mi è entrato nel cuore, ho provato empatia con questa
ricercatrice, anche se io con le scienze ho proprio poca dimestichezza, ammirazione
per la sua ferrea volontà di restare accanto ad un uomo che vive con un unico
chiodo fisso: riavere sua figlia con sé. Ho provato affetto perché lei è l’unica
che da subito riesce a stabilire un contatto, un linguaggio con una
recalcitrante Margherita, chiusa nel suo mutismo, lei è l’unica a farla ridere
piangere e parlare. Enrica non ha paura di amare e lo dimostrerà per tutto il
libro.
L’elemento più sconvolgente
dell’intera storia è che sia non solo frutto dell’immaginazione della
bravissima Sara Rattaro, ma un episodio, come tanti, purtroppo, che accadono in
ogni parte del mondo, in cui il bene del bambino non viene assolutamente preso
in considerazione, ma in cui madre e padre si fanno delle guerre assurde senza mai pensare che gli unici a pagare le conseguenze
di questo menefreghismo e gratuita cattiveria sono solo i figli.
Un libro che prima di
emozionare fa riflettere, fa pensare a quanto oggi i genitori debbano essere
responsabili non dello sport o della scuola o degli amici dei propri figli, o
non solo di quello, ma quanto sia importante ogni gesto che compiono, ogni parola
che pronunciano, ogni scelta che fanno, ogni ostacolo che superano.
Voto:
Le altre tappe
Bellissima lettura! Adoro Sara Rattaro e quando l'ho letto mi sono caricata di emozioni, perché il tema dell'allontanamento dei figli dai genitori per motivi degli adulti è sconvolgente e dolorosissimo.
RispondiEliminaCondivido completamente la recensione fatta.
Grazie Francesca. Ogni lettura della Rattaro è un colpo al cuore!
EliminaBella recensione Ludovica, non ho mai letto nulla della Rattaro, ne sento sempre parlare bene … magari questo titolo è il libro giusto per fare conoscenza con lei...
RispondiEliminaQualsiasi libro sceglierai ti lascerà con una bellissima sensazione dentro! Non che lei affronti temi facili o leggeri, ma ti costringe a pensarci per giorni e giorni!
EliminaMi spiace ma a me la Rattaro non piace proprio...
RispondiEliminaFino ad ora a me è piaciuto tutto tranne,L’amore addosso... evviva la libertà di pensiero e di lettura🥰🥰
EliminaLa tua recensione mi ha incuriosito. Complimenti ��
RispondiEliminaGrazie! E se puoi leggi qualcosa di suo 😘
EliminaNon ho mai letto nulla di quest'autrice, me lo segno :)
RispondiElimina“Gli uomini che restano” “Non volare via” tutti sono belli!!!
EliminaLudovica che bella recensione, leggendo ciò che hai scritto mi è sembrato di rivivere il romanzo.
RispondiEliminami sono sentita proprio come te sai?
Sara Rattaro è una di quelle autrici che leggo di rado perchè i suoi romanzi creano empatia e ho bisogno del giusto stato d'animo per dedicarmi ad un libro del genere. questo credo sia tra i suoi che ho preferito.
Hai perfettamente ragione: la Rattaro va presa in piccole dosi e va letta nei momenti GIUSTI! 😘😘
EliminaCiao Ludovica, non avevo fatto caso che avessi scelto dal mio blog la Rattaro, intanto sono contenta che ti sia piaciuta, ma sorrido perché invece io dal blog di Chiara ho scelto proprio la Rattaro come lettura del mese...
RispondiEliminaLa Rattaro è una scrittrice scoperta proprio grazie alla Ropolo nazionale!
EliminaSarà il genere, ma non riesco proprio ad appassionarmi a lei :(
RispondiEliminaA me piace tanto anche se prevedo sempre lacrime😰
EliminaFinora ho amato tutti i libri della Rattaro, compreso questo. Una scrittrice che mi piace.
RispondiEliminaGià! Lei è in grado di smuovere montagne con quella penna!
EliminaNon ho letto ancora nulla di questa autrice ma devo assolutamente recuperare.
RispondiEliminaA me ne mancano un paio... me li lascio buoni per i momenti di “bisogno”😅
EliminaNon ho mai letto nulla della Rattaro, ma spero di recuperare prima o poi :)!
RispondiEliminaI suoi libri li consiglio spessissimo! È difficile che non piacciano
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