Buongiorno,
oggi è l'11 e quindi torna la rubrica sulle serie, nata da una mia idea
e che ha come obiettivo di cercare di portarne a termine qualcuna delle
millemila iniziate.
Appuntamento fisso quindi ogni 11 del mese per parlare di serie.
La
rubrica quindi consiste nel leggere mensilmente un libro appartenente a
una serie cominciata (quindi non il primo) e di parlarne sul blog, però
con una recensione speciale in questo caso.
Infatti
per invogliarmi ho pensato di cambiare un pochino il metodo, avvisando
prima. Farò una cosa che normalmente aborro, cioè farò spoiler, sulla
serie e sul libro letto. Più un delirio da fangirl, che richiama perciò i
gruppi di lettura sui social, che una recensione vera e propria.
Appuntamento fisso anche per Ludovica, mia cara collaboratrice, quindi armatevi di pazienza perché le recensioni saranno due.
Ho deciso di parlarvi del quarto libro (e spero ultimo) della serie de I ragazzi di Bourboun Street.
Autrice: Elle Casey
Titolo: La direzine giusta alla curva sbagliata
Editore: Amazon Crossing
Data di pubblicazione: 16 aprile 2019
Pagine: 366
Serie: #4 The Bourbon Street Boys
Trama:
Persa nei suoi pensieri, Tamika Cleary ha imboccato un senso unico e ha investito Thibault Delacroix. Mika però non ha tempo per un uomo che non guarda prima di attraversare, anche se ha una faccia niente male e un corpo favoloso. Sfortunatamente, il destino ha altri progetti per lei. Quando il suo datore di lavoro, un boss della mafia russa noto come “Il Ladro”, inizia a minacciarla, è costretta ad accettare l’aiuto di Thibault. È il titolare dell’agenzia di sicurezza Bourbon Street Boys ed è certo di poterla proteggere. Ma Mika non è capace di concedere la propria fiducia. Tanto meno a un uomo che più lei si sforza di respingere, più si ostina ad aiutarla.
Recensione #1 L'uomo giusto al numero sbagliato
Questa serie è nata per essere allegra e divertente, anche un po’ sopra le righe, talvolta esagerata. Nell’insieme ha sempre funzionato, o almeno per me così è stato. Il terzo non mi era piaciuto soprattutto per la caratterizzazione di Toni, la protagonista, ma ha continuato a interessarmi la serie. Questa volta però l’ho trovato veramente troppo assurdo e senza senso, cosa che mi ha fatto dare un giudizio negativo.
Autrice: Elle Casey
Titolo: La direzine giusta alla curva sbagliata
Editore: Amazon Crossing
Data di pubblicazione: 16 aprile 2019
Pagine: 366
Serie: #4 The Bourbon Street Boys
Trama:
Persa nei suoi pensieri, Tamika Cleary ha imboccato un senso unico e ha investito Thibault Delacroix. Mika però non ha tempo per un uomo che non guarda prima di attraversare, anche se ha una faccia niente male e un corpo favoloso. Sfortunatamente, il destino ha altri progetti per lei. Quando il suo datore di lavoro, un boss della mafia russa noto come “Il Ladro”, inizia a minacciarla, è costretta ad accettare l’aiuto di Thibault. È il titolare dell’agenzia di sicurezza Bourbon Street Boys ed è certo di poterla proteggere. Ma Mika non è capace di concedere la propria fiducia. Tanto meno a un uomo che più lei si sforza di respingere, più si ostina ad aiutarla.
Recensione #1 L'uomo giusto al numero sbagliato
Recensione #2 Al momento giusto nel posto sbagliato
Recensione #3 La risposta giusta alla domanda sbagliata
Recensione #3 La risposta giusta alla domanda sbagliata
di Chiara
Recensione con qualche spoiler
Ho scelto di recensire questo libro in questa rubrica perché, contro ogni mia abitudine, questa volta mi serve fare qualche piccolo spoiler, niente di esagerato, ma preferisco avvertire subito. Di solito li odio, odio chi li fa eccetera, ma in questa rubrica sono contemplati e io ho bisogno di farvi capire alcune cose. Questa serie è nata per essere allegra e divertente, anche un po’ sopra le righe, talvolta esagerata. Nell’insieme ha sempre funzionato, o almeno per me così è stato. Il terzo non mi era piaciuto soprattutto per la caratterizzazione di Toni, la protagonista, ma ha continuato a interessarmi la serie. Questa volta però l’ho trovato veramente troppo assurdo e senza senso, cosa che mi ha fatto dare un giudizio negativo.
Il protagonista stavolta è Thibault, gemello di Toni e con la sindrome da Superman. La donzella in pericolo è Mika, di cui conosciamo le emozioni perché il libro è scritto in prima persona con il suo POV.
La storia inizia di nuovo con un incontro scontro al limite del possibile, che però sarebbe pure divertente e funzionerebbe se non fosse per un particolare: non sapevo di essere incinta. Esatto, Mika, la nostra protagonista che tiene testa nientepopodimeno che a un mafioso russo, non sapeva di essere incinta. E partorisce letteralmente nelle mani del nostro Thibault che ovviamente vuole salvarla da tutto e tutti.
Questo particolare mi ha fatto storcere in naso perché per niente in linea con la caratterizzazione di Mika. Non è una svampita tipo May e neanche una distratta, bensì una ragazza meticolosa e programmatrice, intelligente e sveglia. Non ha senso, così come non hanno senso molte delle cose che succedono.
Ci sta che la storia debba essere in linea con la serie e quindi a tratti inverosimile, ma davvero qui è esagerata. La mafia russa è troppo, il bambino è troppo, persino il loro innamoramento per me è stato troppo.
Inoltre, forse per il fastidio di cui sopra, le varie battutine mi hanno divertito molto meno, ho sentito la mancanza di quella verve che ha contraddistinto i primi due libri della serie.
L’autrice ha uno stile che mi piace, l’ho letto in fretta. Forse leggerò altro di suo, per vedere se riesco a trovare quello che mi aveva colpito nei primi libri, ma per me questa serie finisce qui.
Voto:
Ludovica ha letto: (Mia recensione)
Autrice: Rosa Teruzzi
Titolo: La fioraia del Giambellino
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 18 maggio 2017
Pagine: 176
Serie: Le signore del delitto #2
Trama:
Voto:
********************
Ludovica ha letto: (Mia recensione)
Autrice: Rosa Teruzzi
Titolo: La fioraia del Giambellino
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 18 maggio 2017
Pagine: 176
Serie: Le signore del delitto #2
Trama:
Avvicinandosi
il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica
e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande:
essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel
genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua
madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe
di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la
confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto
altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove
abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una
pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un
modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino
dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga,
femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose,
con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende
altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare
alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al
tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei
paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di
Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da
giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso,
si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure
no?
Alcuni libri ti prendono talmente tanto che non puoi, no non puoi, proprio fermarti! Devi andare devi sapere devi capire, ed allora, per fortuna, che il secondo di questa serie di Rosa Teruzzi fosse già parcheggiato nella mia libreria! Ho appena terminato il primo, giusto il tempo di un lungo respiro, ed eccomi al secondo, La fioraia del Giambellino.
Averli letti con poche ore di distanza mi ha portato a pensarli come se fosse un unicum, ma nonostante ciò, pur avendo ritrovato le mie donne, Iole Libera e Vittoria, ho notato una certa crescita sia nella scrittura che nella psicologia dei personaggi. È più curata la storia principale, anche stavolta come nel primo, che si svolge nel passato, ma in un cerchio non chiuso e non definito che dà così adito a mille porte da aprire e verità da scoprire.
È stato confortante ritrovare volti noti, ambienti conosciuti, una casa che è un vecchio casello, che ha sempre l’aria di retrò, di vissuto, di andato ma non vecchio, non passato, ancora attuale. È stato familiare ritrovare le tre protagoniste, unite da un legame di sangue, ma diverse in tutto. Nell’aspetto, nel carattere, nelle ambizioni, nello stile di vita.
Nonna Iole continua a farmi sorridere, nella libertà con cui vive i suoi rapporti amorosi, numerosi e variegati, ma la sento e la vivo proprio agli antipodi di come sono io.
Vittoria è la donna che meno ho compreso, è la più ferita, la più fragile, quella che si finge forte per tranquillizzare gli altri e poi porta macigni dentro di sé.
Libera è come me. Vorrebbe fare, andare, sognare, parlare ed ancora fare andare sognare parlare, ed invece resta sempre attaccata ad un passato ingombrante, ad una verità scomoda, a domande non fatte e a risposte ovviamente non ricevute. Il suo rapporto con Gabriele, migliore amico del suo defunto marito, e unico uomo di cui negli anni abbia accettato amicizia ed aiuto e su cui abbia fantasticato, non mi convince neanche un po’. È troppo tiepido, poco chiaro, c’è poca sintonia tra di loro, anzi no, poca empatia. Sembra quasi che non si conoscano, a volte, che non abbiano vissuto una tragedia insieme, sembra quasi che lui nasconda qualcosa!
La storia questa volta è partita prima, nel senso che Libera e Iole si presentano già all’inizio come se fossero due detective, non si fanno i problemi che si erano fatte nel primo, ad impicciarsi in affari che dovrebbero lasciarle del tutto indifferenti. Non riescono proprio a mettere a tacere la loro voglia di aiutare le persone a capire cosa ci sia dietro i misteri. Ciò che le spinge ad accettare questi casi non è solo la curiosità, anche se su Iole non ci giurerei, ma davvero la necessità di Libera di chiudere cerchi, di mettere delle pietre sopra a storie che altrimenti non troverebbero pace.
La scrittura di Rosa Teruzzi si conferma più che piacevole, è scorrevole e sa andare a fondo delle cose, non resta in superficie e conquista il lettore continuamente, tanto è vero che ho letto il libro davvero in poco tempo, tant’è vero che il terzo volume è in viaggio per arrivare da me!
Voto:
di Ludovica
Recensione priva di spoiler
Alcuni libri ti prendono talmente tanto che non puoi, no non puoi, proprio fermarti! Devi andare devi sapere devi capire, ed allora, per fortuna, che il secondo di questa serie di Rosa Teruzzi fosse già parcheggiato nella mia libreria! Ho appena terminato il primo, giusto il tempo di un lungo respiro, ed eccomi al secondo, La fioraia del Giambellino.
Averli letti con poche ore di distanza mi ha portato a pensarli come se fosse un unicum, ma nonostante ciò, pur avendo ritrovato le mie donne, Iole Libera e Vittoria, ho notato una certa crescita sia nella scrittura che nella psicologia dei personaggi. È più curata la storia principale, anche stavolta come nel primo, che si svolge nel passato, ma in un cerchio non chiuso e non definito che dà così adito a mille porte da aprire e verità da scoprire.
È stato confortante ritrovare volti noti, ambienti conosciuti, una casa che è un vecchio casello, che ha sempre l’aria di retrò, di vissuto, di andato ma non vecchio, non passato, ancora attuale. È stato familiare ritrovare le tre protagoniste, unite da un legame di sangue, ma diverse in tutto. Nell’aspetto, nel carattere, nelle ambizioni, nello stile di vita.
Nonna Iole continua a farmi sorridere, nella libertà con cui vive i suoi rapporti amorosi, numerosi e variegati, ma la sento e la vivo proprio agli antipodi di come sono io.
Vittoria è la donna che meno ho compreso, è la più ferita, la più fragile, quella che si finge forte per tranquillizzare gli altri e poi porta macigni dentro di sé.
Libera è come me. Vorrebbe fare, andare, sognare, parlare ed ancora fare andare sognare parlare, ed invece resta sempre attaccata ad un passato ingombrante, ad una verità scomoda, a domande non fatte e a risposte ovviamente non ricevute. Il suo rapporto con Gabriele, migliore amico del suo defunto marito, e unico uomo di cui negli anni abbia accettato amicizia ed aiuto e su cui abbia fantasticato, non mi convince neanche un po’. È troppo tiepido, poco chiaro, c’è poca sintonia tra di loro, anzi no, poca empatia. Sembra quasi che non si conoscano, a volte, che non abbiano vissuto una tragedia insieme, sembra quasi che lui nasconda qualcosa!
La storia questa volta è partita prima, nel senso che Libera e Iole si presentano già all’inizio come se fossero due detective, non si fanno i problemi che si erano fatte nel primo, ad impicciarsi in affari che dovrebbero lasciarle del tutto indifferenti. Non riescono proprio a mettere a tacere la loro voglia di aiutare le persone a capire cosa ci sia dietro i misteri. Ciò che le spinge ad accettare questi casi non è solo la curiosità, anche se su Iole non ci giurerei, ma davvero la necessità di Libera di chiudere cerchi, di mettere delle pietre sopra a storie che altrimenti non troverebbero pace.
La scrittura di Rosa Teruzzi si conferma più che piacevole, è scorrevole e sa andare a fondo delle cose, non resta in superficie e conquista il lettore continuamente, tanto è vero che ho letto il libro davvero in poco tempo, tant’è vero che il terzo volume è in viaggio per arrivare da me!
Voto:
Passate anche a leggere gli altri blog, appuntamento al mese prossimo!
@ Chiara Ropolo ma nooo dai!!! lo volevo leggere anche io questo libro e speravo che somigliasse ai primi due e quindi fosse meglio del terzo...ma se mi scrivi così...uffaaaaa
RispondiElimina@ Ludovica Ponzo bella recensione, il libro sembra carino ma non so se voglio imbarcarmi in un'altra serie… vedremo..
Grazie Sabrina😘
Eliminai primi due sono bellissimi ma poi per me è stata solo discesa
EliminaRopolo,avevo letto il primo di questa serie ed avevo storto il naso, mi sembrava esagerato già quello, figurati questo😂😂
RispondiEliminaLascia stare Ludo
Elimina@Chiara Ho già nel kindle i primi due di questa serie, spero di recuperare al più presto queste letture. Leggendo la rece ho pensato di averti contagiato la mia "sindrome da due stelluine" ahahah
RispondiEliminapuò essere! Era da un po' che non le davo più, a maggio solo libri belli, ma questo di più non posso proprio
Elimina*stelline
RispondiElimina@Ludovica Sono contenta che la Teruzzi sia stata un conferma: ho l'autrice in lista da tempo, devo trovare il modo di mantenere il proposito
RispondiEliminaMariella, vai! Leggila
EliminaLa serie di Ludovica non la conosco ma so Chiara che non sei sorpresa :D
RispondiEliminaLa tua invece ho letto i primi due e poi mi sono fermata ma posso dire di aver apprezzato tantissimo il primo e così così il secondo, adesso dopo le tue parole sinceramente sono contenta di essermi fermata. Non capisco perchè rovinare una serie così leggera e carina
È un giallo molto particolare perché non è semplicemente un giallo. Molto bello!
EliminaSusy per me i primi due erano carinissimi ma poi è andata scemando. Secondo me fai bene a fermarti lì
Eliminaper Chiara. mi spiace che il libro sia stato deludente, peccato però perchè ricordo che i primi ti erano piaciuti.
RispondiEliminaper Loudovica. secondo me la teruzzi migliora di libro in libro e poi da brava superficialona questa cover mi piace da matti
Già ordinato il terzo😝
EliminaChicca sì, mi è proprio dispiaciuto
EliminaChiara: io devo leggerlo questo e non mi va :P ora poi ancora meno. Ma Mika non era quella cazzuta???
RispondiEliminaLudo: La Teruzzi mi manca ancora
Dolci, recuperala! Sono sicura ti piacerà 😘
EliminaMika è una new entry, la cazzuta era quella del terzo, Toni (che mi ha deluso pure lì)
EliminaHo iniziato il primo libro della Casey e sembra divertente però, a volte, capita che le serie vadano in calando e sembra che con questa sia così.
RispondiEliminaLa serie della Terruzzi mi attira ma anche no, tutti ne parlano bene, non lo so, forse proverò a leggerla
i primi due libri della Casey erano così carini,peccato
EliminaAnche io ne sentivo parlare a destra e manca ma non mi decidevo a leggerlo! Mi sta piacendo molto molto
EliminaChiara: Ho letto il primo e mi piacque molto, ma, poi dal secondo in poi non mi hanno lasciato nulla, solo un po' di amarezza perché la serie era partita molto bene e poi si è persa XD!
RispondiEliminaLudovica: Sarà una delle mie prossime serie da leggere, appena posso l' inizierò !!
Siiiiiiiiiii!!!
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