domenica 28 giugno 2020

Ci provo con - Recensione "Monstress. Il risveglio" di Marjorie Liu, Sana Takeda e recensione di Ludovica "Lontano dagli occhi" di Paolo Di Paolo

Buongiorno, torna puntuale la rubrica mensile nata da una mia idea per buttarsi su nuovi autori. Con me ci sarà anche Ludovica.

Rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.

A me piace fare rubriche in compagnia, ovviamente senza nessun obbligo, così ho esteso l'invito alle mie amiche blogger. Se vi facesse piacere partecipare avete solo da dirlo.

Io ho letto:
Autrici: Marjorie Liu, Sana Takeda
Illustratore: R.Wooton
Titolo: Monstress Vol.1 Risveglio
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 16 maggio 2017
Pagine: 208
Serie: Monstress Vol.1

Trama:
Maika è una sopravvissuta. La guerra si è presa il suo braccio sinistro. Ora lo spaventoso potere che è in lei vuole prendersi il resto. Tra steampunk e Kaiju, l'acclamata, sontuosa, magnifica rivelazione del fumetto nippo-americano.
Monstress. Il risveglio è il primo volume di una serie di Graphic novel, molto acclamato e che ha ricevuto una critica entusiasta nonché diversi premi. Me lo sono regalata per il compleanno anche perché a vederlo è uno spettacolo, graficamente è splendido.

Ho iniziato da poco a leggere graphic novel, non sono assolutamente un'esperta, ma a livello di disegni e tavole sono rimasta conquistata. Ho trovato che anche i colori, così cupi, contribuissero a rendere l'atmosfera grave, permeata da angoscia, cosa che secondo me la storia voleva trasmettere. 

In questo caso, con vicende violente e drammatiche, i disegni concorrono alla rappresentazione della storia, aiutano proprio il lettore a entrare nel vivo. Direi per fortuna perché, soprattutto all'inizio, è tutto troppo confuso e non si capisce niente, o almeno io non ci sono riuscita. 

Ho proprio faticato a comprendere la trama e le varie sfaccettature, anche perché il mondo creato è complesso, inoltre essendo fantasy, tutto da scoprire. Fin verso metà libro ho proprio brancolato nel buio, poi qualcosa si è sbloccato e vengono svelate le informazioni necessarie, anche se non credo di averle comprese pienamente. 

La storia quindi non è riuscita a conquistarmi del tutto, non sono riuscita a capirla bene, credo che per farlo dovrò rileggere il volume. Le tematiche però sono quelle care al fantasy (e anche a me), come l'accettazione del diverso (la sua mancanza), il bisogno di trovare la propria identità e la ricerca della verità, tutto permeato da una magia particolare e interessante

L'ho trovato un libro crudo, con una componente femminile forte, i personaggi principali e più potenti, quasi tutti, sono femmine. Mi è piaciuto questo accostamento, che spesso non viene fatto, l'ho apprezzato. 

Maika, la protagonista, è molto fredda e determinata, apparentemente insensibile, però sono riuscita a provare compassione per lei, il messaggio è arrivato. 

Un primo volume graficamente stupendo, anche proprio da sfogliare, un po' troppo nebuloso nella storia, però con una chicca: tanti tanti gatti, che non guastano mai
Voto: 












Ludovica ha letto:
Autore: Paolo Di Paolo
Titolo: Lontano dagli occhi
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2019
Pagine: 189

Trama:
Tre storie diverse, la stessa città - Roma, all'inizio degli anni Ottanta - e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta? Luciana lavora in un giornale che sta per chiudere. Corre, è sempre in ritardo, l'uomo che ama è lontano, lei lo chiama l'Irlandese per via dei capelli rossi. Valentina ha diciassette anni, va alle superiori ed è convinta che da grande farà la psicologa. Appena si è accorta di essere incinta, ha smesso di parlare con Ermes, il ragazzo con cui è stata per qualche mese e che adesso fa l'indifferente, ma forse è solo una maschera. Cecilia vive fra una casa occupata e la strada, porta un caschetto rosa e tiene al guinzaglio un cane. Una sera torna da Gaetano, alla tavola calda in cui lavora: non vuole nulla da lui, se non un ultimo favore. A osservarli c'è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela. "Lontano dagli occhi" è una dichiarazione d'amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l'incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi.

Di Paolo è uno di quegli autori, peraltro giovani ed impegnati proprio nel campo della letteratura, che voglio leggere da tantissimo tempo, di cui ho acquistato più di un romanzo, che seguo assiduamente sia sul profilo Facebook che nel suo programma televisivo sulla Rai, ma che continuava a restare dalla parte della libreria tra i  “non letti”, o “in attesa di ispirazione”, come si preferisca.

Sapevo di aver davanti un giovane talento, ma non sapevo quanto fino a che non ho capito che aveva intenzione di parlare di gravidanza, e neanche dalla parte maschile, come ogni uomo in grado di intendere e volere, avrebbe dovuto fare, ma dal punto di vista di non una, ma tre donne. Era cosciente del rischio? Evidentemente sì ed ha anche superato a pieni voti lo scrutinio finale!

Tre donne, Luciana, Valentina e Cecilia che sono chiamate a diventare madri senza averne pianificato l’eventualità, tre donne che avrebbero potuto decidere di non avere quei figli, tre donne che non hanno il proprio uomo accanto, nel momento della scelta.

Ho sempre discusso con quelle donne, mia cugina in primis, che me lo diceva ancor prima che entrambe avessimo dei figli, che affermavano che i figli sono delle madri, non credevo in un’asserzione del genere. I figli sono di chi li cresce e nel 2020 si dovrebbe pretendere che uomini e donne, almeno sulla gestione dei figli, siano sullo stesso piano, abbiano gli stessi compiti, abbiano anche lo stesso trasporto, siano, come ho sempre ingenuamente pensato, interscambiabili. Aveva ragione mia cugina: i figli sono delle madri. A qualsiasi età tu li faccia, anche a diciassettenne anni come Valentina, o senza amore, come Luciana, o vivendo per strada come Cecilia. I figli sono delle madri, perché, come dice Di Paolo ad inizio libro:

«...da qualche parte - visibili, stupefatte, e sole,
in quella devastante metamorfosi - ci sono le madri.»

Sono le madri a farsi carico della maggior parte di impegni e responsabilità, loro a mettere in stand by la loro vita, loro, anche quando, anzi soprattutto quando, non si sentono all’altezza, non sono pronte o non vogliono. Sono loro a decidere, rimboccarsi le maniche e dare. Le madri danno, anche quando non hanno più niente da dare, anche quando vorrebbero pensare alla carriera, anche quando non sanno proprio da che parte iniziare.

Questo libro, grazie ad una scrittura curata ed armonica, in cui niente, neanche una virgola è lasciata al caso, in cui si percepisce in ogni riga lo studio dello scrittore, la sua passione per la grande letteratura, arriva dritto al cuore. Ti tiene incollato alle pagine, perché sai che è proprio lì che troverai le risposte di tutti i fili che lui ha sapientemente tessuto e che ora lascerà a te, lettore, riannodare e sciogliere. È lì che ti sentirai una Valentina. (si capisce che è la madre che mi ha dato più da pensare, sarà perché alla sua età ero terrorizzata da dover fare la sua stessa scelta?) È lì che penserai di voler scappare ed invece resterai a quello che, ormai, sai essere il tuo posto.


Di Paolo mi è piaciuto. Moltissimo. Ed è per questo che continuerò a leggerlo, a conoscerlo, a consigliarlo. 
Voto:

18 commenti:

  1. Chiara a me viene il dubbio che le graphic novel per essere capite necessitano di riletture.anche con le black holes mi era capitato.

    Ludovica recensione splendida che invoglia a scoprire libro e autore.

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    1. Chicca questa è ancora più complessa, da rileggere di sicuro

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    2. Grazie Chicca! Un autore molto interessante

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  2. Chiara anche io ho iniziato da poco ad avvicinarmi alle graphic novel è un genere che devo approcciare. Non inizierò da questa. 😉 Leggerai il seguito?
    La presenza dei tanti gatti mi piace. Io amo i gatti. Né ho due.
    Grazie per la recensione.

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    1. Francesca sono contenta che anche tu abbia iniziato a leggere le GN. Prima di proseguire la serie vorrei rileggere questa, non è così economica e la storia mi ha lasciato molti dubbi

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  3. Ludovica segno il tuo titolo e lo leggerò a breve. Il tema è attualissimo e se la scrittura ti incanta non può che essere letto.
    Sì i figli sono delle madri perché anche con accanto un uomo presente e disponibile la madre soprattutto nei primi tre anni di vita ha un ruolo insostituibile. Pensiamo al solo allattamento al seno che vede le donne impegnate in un compito non delegabile che è intimo ma anche sfiancante. E questo è solo uno dei tanti temi.
    Grazie per il consiglio di lettura.

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    1. Grazie Francesca... mi trovi in pieno accordo con te!

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  4. La graphic novel che hai letto tu, Chiara l'avevo vista in giro e sentito pareri simili ai tuoi
    Ludovica libro interessante anche se per ora non sono nel mood giusto

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    1. sono contenta di non essere l'unica

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    2. Anche io ho impiegato un po’ a leggerlo, ma è stato molto piacevole!

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  5. Belle entrambe le recensioni, ma purtroppo non nelle mie corde

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  6. Io non ho mai letto una raphic novel, ma ne sto vedendo molte in giro e sono curiosa.
    Il libro presentato da Ludovica mi attira molto, chissà prima o poi...

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  7. Le graphic novel, per il momento, ancora non mi attirano.
    Di Paolo non lo conoscevo, il libro sembra molto interessante!

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    1. Io invece lo seguivo da un po’, senza essere riuscita a leggere niente!

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