domenica 12 aprile 2020

Dystopian Day - Intervista a Maria Carla Mantovani



Continuano le interviste fatte in occasione del primo Dystopian Day!

Grazie ancora a Liliana e a Mariana della libreria Il covo della ladra di libri, che non hanno mollato mai, e limitazione dopo limitazione sono riuscite a organizzarlo lo stesso, con una forma diversa, attraverso video e dirette. Noi blogger (ero accompagnata da Red KediThe wee small hoursDiario di ErreBi) abbiamo potuto aiutare attraverso interviste video e domande sui social. 

Sulla pagina facebook della libreria Il covo della ladra di libritrovate le varie dirette e i video, potete guardare anche su You Tube, se vi foste persi qualcosa.



Oggi tocca a Maria Carla Mantovani, con il suo libro Il fulcro dell'universo. Durante il Dystopian Day è andato on line il video della mia intervista, ve lo ripropongo se ve lo siete perso.





La mia recensione de Il fulcro dell'universo


Autrice: Maria Carla Mantovani
Titolo: Il fulcro dell'universo
Editore: Self
Data di pubblicazione: 1 dicembre 2018
Pagine: 352

Trama:
Dopo anni di esplorazione dello spazio, il genere umano ha finalmente trovato una potente sorgente di energia nel Fulcrum, un minerale originario di Plutone, che ha consentito il viaggio intergalattico e ha portato gli umani sul pianeta Areva, il cui popolo di alieni antropomorfi è stato messo in ginocchio dall’abuso dell’intelligenza artificiale.
L’assemblea della Terra è diretta dal Presidente Bianchi, un individuo ambiguo e corrotto; a lui si oppone l’ordine di stampo militare e monastico degli Zhi, addetti al controllo della tecnologia e alla vigilanza delle questioni bioetiche, guidati dal Superiore Nath. Il conflitto si fa aperto quando Bianchi decide di far arrestare Nath, dando origine a una serie di rappresaglie reciproche che porteranno la guerra a divampare nell’intero universo conosciuto e tra i popoli che lo abitano.
L’adepta Edith Dasher, guardia del corpo e legata al Presidente, e l’irreprensibile Zhi Conrad Logan si ritroveranno in fazioni opposte, in una lotta sempre più sanguinosa dove nulla è come sembra. 



Intervista


1. Domanda: Perché proprio un libro distopico?

 Risposta: Perché sono una pessimista, immagino, e ho pensato al futuro con qualche problema di ordine galattico. No, in realtà scherzo: io sono molto ottimista per il futuro, ma in un romanzo bisogna ipotizzare scenari appena un po’ tragici e problematici per rendere il tutto più interessante. E poi tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo domandati cosa accadrebbe se una cosa che ci preoccupa diventasse realtà.


2. D: Nel tuo libro gli Zhi sono una setta-religione, un ordine monastico/politico che tutela gli umani sull'uso sproporzionato e sbagliato della tecnologia. A me ha ricordato l'ordine Jedi, ti sei ispirata a qualcosa per crearli?

R: Sicuramente sono ispirati ai Jedi, in particolare quelli della saga di Kotor, un videogame veramente magnifico uscito nel 2003 e, poi, con un seguito nel 2005. È uno dei miei videogiochi preferiti e credo che abbia avuto un impatto notevole su di me, soprattutto perché mi ha spinto a riflettere sul concetto di assoluto. In generale tutti i gruppo di stampo monastico/setta hanno dei valori molto rigidi e tendono un po’ a vedere la vita in bianco e nero: personalmente non ho molta simpatia per questo atteggiamento, che trovo limitato, tuttavia penso che sia alla base degli idealisti. Tutte le persone che perseguono un ideale, gli eroi dei film/libri in primis, hanno sempre una visione molto definita, ed è questo che li spinge ad essere persone incorruttibili e giuste, ferme e salde nei propri valori. Questo mi ha fatto riflettere e così ho creato gli Zhi, che portano pregi e difetti di questa idea.


3. D: Il fatto che gli Zhi non siano alieni, ma umani "potenziati" è voluto? Se sì, perché? 

R: Ho sempre trovato poetico trasformare una disgrazia in un valore aggiunto: mi piaceva l’idea che, nel futuro, avere protesi, soffrire di qualche malattia complicata potesse diventare una forza, un qualcosa che permetteva di essere speciali, più forti. D’altro canto, mi piaceva anche l’idea che i protagonisti dipendessero molto dalla tecnologia e che la loro forza potesse venire meno in alcune situazioni. 



4. D: Il Fulcrum è un'energia alternativa potente, credi che nel futuro si potrà trovare fonti di energia diverse?

R: Lo spero! Quando studiavo storia mi stupivo sempre di come alcune cose risultassero impossibili o difficili perché la scienza ancora non aveva scoperto qualcosa; immagino che l’idea del Fulcrum nasca proprio da questo. Per noi il viaggio nello spazio è ancora qualcosa di difficilissimo e limitato, ma magari nel futuro non sarà più così.


5. D: Il tema su cui si basa il libro è il contrasto tra tecnologia ed etica. Credi sia possibile trovare un equilibrio?

R: Il tema mi è sempre stato caro, fin dai tempi del liceo. Spesso e volentieri affrontavamo il dibattito a scuola, e io, ammetto, ero una strenua sostenitrice della sperimentazione scientifica sopra ogni cosa. Non mi convincevano molto le obiezioni sull’etica e ci ho messo anni a riflettere su questo contrasto: crescendo sono diventata più matura e ho riflettuto che era una tematica senza soluzione. Lo stesso concetto di etica è mutevole, cambia nel tempo, più di quanto ci aspettiamo. Io credo che l’equilibrio sia possibile, ma cambi anch’esso negli anni. In generale, la scienza dovrebbe avere a cuore il benessere delle persone; non solo un fine ultimo, ma proprio l’obiettivo principale, anche nelle piccole cose. Detto così sembra facile, ma non lo è, e io penso che sarà oggetto di dibattiti nei prossimi decenni, e forse secoli..


6. D: Gli alieni nel libro sono presenti, ma in maniera marginale. È una scelta fatta apposta oppure la trama ha portato così?
R: Gli alieni sono il nodo centrale della seconda parte del seguito, “Il fulcro della guerra”. Dal momento che gli arevani sono una civiltà che è stata sottovalutata dai terrestri per molto tempo, mi piaceva che i due protagonisti, entrambi umani, all’inizio non ci facessero troppo caso.


7. D: Il finale de Il fulcro dell'universo, per me geniale, lascia a bocca aperta. Quando hai iniziato a scrivere avevi già in mente tutta la storia o ti è venuta l'ispirazione pian piano?

R: Sono contenta che ti sia piaciuto! Il mio editor mi aveva detto che poteva essere controverso, e in effetti alcuni si sono lamentati, ma alla fine per me era una tappa obbligata. Quando ho iniziato a scrivere avevo chiarissima in mente la trama del primo e del secondo, tranne forse alcuni elementi. Di solito impiego mesi per ideare la trama in ogni suo aspetto e, solo quando ho le idee completamente chiare, inizio la stesura.


8. D: Gestisci un blog insieme a tua sorella, The Mantovanis, dove scrivete di tutto ciò che è nerd. Questo ti ha aiutata per la nascita del tuo libro? Se sì in che modo?

R: Ho scritto la totalità dei miei libri (dieci) tra il 2015 e il 2017, quando il blog non era ancora nato, quindi non ha influito sulla sua nascita; sicuramente, però, ha aiutato per la promozione e per potermi fare conoscere, nel mio piccolo.


9. D: Ora fuori i nomi e i titoli, qualche autore che ami, qualche libro del cuore, qualche film che rivedresti sempre.

R: Scelta difficile. La mia saga preferita è “Harry Potter” e, in generale mi piacciono tutti i libri della Rowling (tranne “Il seggio vacante”); adoro anche Dan Brown, Julian Fellowes, Trudi Canavan e Suzanne Collins. Praticamente tutti i loro libri sono entrati nel mio cuore, alcuni più di altri.
Può sembrare scontato, ma la mia autrice preferita ce l’ho in famiglia ed è mia sorella Anna: sarà perché abbiamo spesso gusti simili, ma adoro i suoi libri e ho la fortuna di poter fare da Alpha Reader, leggendo il capitolo fresco fresco, appena terminato.
Tra gli italiani, per il blog, ho avuto modo di leggere tanti autori bravissimi, tra cui Silvia Robutti, Marta Duò e Luca Buggio.
Per i film… uh, me ne piacciono così tanti! Star Wars, Xmen (quasi tutti), Iron Man, ma i miei tre preferiti, quelli che proprio occupano un posto speciale sono “Assassinio sull’Orient-Express” (1974), “Un tè con Mussolini” e “Amadeus”



Grazie ancora a Maria Carla per il tempo e l'attenzione dedicata. Mi raccomando se non avete ancora letto Il fulcro dell'universo dovete farlo, io presto mi butterò sul seguito, Il fulcro della guerra.



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