venerdì 17 maggio 2019

L'angolo vintage 2.0 - Recensione "Altrisogni Vol.2" di AA.VV. e recensione di Ludovica "La canzone di Achille" di Madeline Miller

Buongiorno lettori, torna puntuale questa rubrica inventata da me che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio, compresa Ludovica a cui presto questo spazio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice, questo mese potrete trovarla anche sui blog: Le mie ossessioni libroseLe trame del destino, Letture a pois, Librintavola, Libri al caffè, Made for books, La nostra passione non muore ma cambia colore, Romance e altri rimedi.


In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.


Per questo mese ho scelto una raccolta di racconti che ho comprato il 20 marzo 2017, subito dopo aver letto un volume della stessa serie, amandolo molto. Per non so bene quale motivo non l'ho letto subito e poi credo di essermi dimenticata di averlo, finito nella lunghissima lista di libri comprati e da leggere, per cui questa rubrica è un toccasana.

Titolo: Altrisogni Vol.2 - Antologia di narrativa fantastica
Autori: Francesca Angelinelli, Mirko Dadich, Roberto Guarnieri, Luca Guiso, Matteo Pisaneschi, Lia Tomasich, Stefano Di Marino
Editore: dbooks.it
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2015

Trama:
Altrisogni – Antologia di narrativa fantastica, Vol. 2 prosegue il rinnovamento di Altrisogni, progetto che è nato nel 2010 in forma di rivista digitale e che oggi è diventato una collana di antologie di racconti.
Questo secondo volume propone i migliori racconti inediti di fantasy, horror, fantascienza e weird giunti alla redazione negli ultimi mesi.
L’antologia Altrisogni Vol.2, con la notevole illustrazione di copertina realizzata ancora una volta da Paolo Lamanna, ospita sette racconti di altrettanti autori italiani, che spaziano dal fantasy tecnologico alla fantascienza ironica, passando per l’horror gotico e quello più cupo. Un mix di generi e suggestioni in grado di soddisfare ogni gusto.
Altrisogni – Antologia di racconti fantastici, Vol. 2 contiene i racconti:
- La signora della notte, di Francesca Angelinelli
- L’abito, di Mirko Dadich
- Test di intelligenza, di Roberto Guarnieri
- La solitudine degli estranei, di Luca Guiso
- Strani compagni di cancro, di Matteo Pisaneschi
- Eleanor, di Lia Tomasich
- Tengu: l’anima del demone, di Stefano Di Marino 
Ho letto le raccolte di racconti di Altrisogni in ordine sbagliato, partendo dal terzo e andando a recuperare. Non è stato un problema perché non seguono una scala e anche questa volta sono rimasta molto soddisfatta dall’esperienza.
Sette opere di narrativa fantastica, quindi. Narrativa di puro intrattenimento. Ovvero quella che fa storcere in naso ai lettori più snob, convinti che le storie “di fantasia” siano una perdita di tempo.
Altrisogni Vol.2 è un’antologia di narrativa fantastica, composta da 7 racconti. Alcuni sono molto brevi, altri meno, sono comunque tutti corti e veloci da leggere, io l’ho fatto in una sera.

Rispetto al Vol.1 e al Vol.3 sono più tendenti all’horror, che forse è la categoria che apprezzo meno io come gusto personale. La cover è già di suo un rimando.
Come le volte precedenti, ho trovato un prodotto di altissima qualità. Di nuovo la particolarità che contraddistingue queste storie è proprio la cura impeccabile che offrono.
Non è facile scrivere racconti, ancora meno così brevi e di narrativa fantastica, perché bisogna condensare un mucchio di informazioni in pochissimo spazio, o almeno lasciare intendere.

Mi ha colpito particolarmente il racconto Test di intelligenza di Roberto Guarnieri, il più corto, d’effetto e perfetto. Mi è piaciuto moltissimo anche quello di Francesca Angelinelli, La signora della notte, forse il più fantasy di tutti e quindi a me più familiare, con un finale che stupisce.

Sono 7 chicche, che spaziano dalla fantascienza al fantasy, passando dal weird e contemplando l’horror. Sette microstorie a modo loro perfette, con un messaggio diretto.
Dopo queste ho voglia di leggere fantascienza, fantasy, di buttarmi ancora su questi generi che tanto amo, soprattutto quando sono scritti così bene.
Ne consiglio la lettura sia a chi ama la narrativa fantastica, perché merita veramente, sia a chi invece vorrebbe provare, perché sono racconti che si leggono in fretta e permettono di farsi un’idea del genere.
Una storia di genere fantastico, se ben scritta, ha un gusto deciso, saporito. Intrigante.
Voto:

 












Ora tocca a Ludovica, che ha letto questo libro, che io ho già comprato e spero di leggere al più presto (soprattutto dopo le sue parole)

Autrice: Madeline Miller
Titolo: La canzone di Achille
Editore: Sonzogno (Marsilio)
Data di pubblicazione: aprile 2013 (prima pub.)
Pagine: 382

Trama:
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride. 



Due premesse: una è che ho fatto il Liceo classico e frequentato per un anno la facoltà di Lettere antiche, questo per dire che ci sono stati tempi in cui i temi di questo libro sono stati pane quotidiano per i miei denti e l’altra è che ho sempre profondamente odiato il Pelide Achille. Sempre. Non ho mai sopportato la sua saccenteria, la sua consapevolezza di essere il prescelto, l’ ριστος   Αχαιων. E poi lo odiavo perché mi sono sempre schierata apertamente e con convinzione dalla parte di Ettore, quindi dei troiani, quindi di quelli che la guerra l’avevano persa.

Beh, questo libro, prima di tutto mi ha dato la possibilità di rivalutare, in senso umano e privato, Achille.



Mentre leggevo, ecco perché mi ci è voluto parecchio tempo, ho fatto anche delle ricerche storiografiche e mitologiche e letterarie, volevo capire quanto questa autrice, Madeline Miller, che annovera tra i suoi studi un dottorato in lettere classiche, avesse inventato o si fosse basata, invece, ed era quello che speravo, su fonti autorevoli. Tutto ciò che lei cita e racconta, e sì che lo sa fare in maniera sublime, ma avrò modo di parlarne abbondantemente in seguito, è stato ancor prima narrato da Ovidio, Eschilo, Virgilio. L’unico elemento su cui le fonti non siano univoche è la storia d’amore tra Achille e Patroclo, c’è chi l’ha descritta solo come un’amicizia profonda e particolare, chi come pederastia, rapporto anche erotico tra due uomini, uno adulto ed uno adolescente, costume molto in uso nella Grecia antica, c’è chi ha sempre pensato, semplicemente, che Patroclo ed Achille si amassero.



Ai tempi del liceo ho creduto nella loro amicizia, forse perché a diciassette anni, hai bisogno di credere in un rapporto d’amicizia che annulli tutto il resto, esclusivo e vivo. Dopo aver letto questo libro sono assolutamente certa che il loro fosse amore, e seppur non lo sia stato, per me lo sarà sempre.



Questo lungo, ma fluente ed appassionato racconto prende la voce di Patroclo, un esile bambino che viene mandato esule sull’isola del vecchio e giusto re Peleo, il padre di Achille. Achille è anche il figlio della ninfa Teti, vive in disparte da tutti gli altri ragazzi che vivono al cospetto della sua reggia. Agli occhi di Patroclo niente gli è più lontano di Achille, irraggiungibile nella sua bellezza, distaccato per la sua alterigia. Eppure, eppure, Achille nota subito quel ragazzino giunto da lontano e tra di loro, anche se impercettibile agli sguardi altrui, la simpatia e l’amicizia si trasformano subito in altro, in un sentimento dolce e silenzioso e tenero che i due terranno per sé, ma che crescerà fino a far fare ad entrambi scelte definitive e incontrovertibili.

Il libro si intitola La canzone di Achille, perché Patroclo per tutto il tempo non fa che cantare la sua bellezza, la sua forza, il suo sorriso, il suo amore. Patroclo vive, e muore, per il suo Achille. Le sue parole sono struggenti e piene di pathos e di amore di amore di amore. Tutto in lui parla di Achille, seppur completamente diversi, nel fisico, nel carattere, nelle disposizioni d’animo, di rango, tutto in  Patroclo è rivolto ad Achille. A quello che, nato come un battito un po’ più forte alla vista di questo principe adolescente è divenuto con gli anni, più di dieci, un rapporto vero e proprio. A loro basta guardarsi negli occhi e comunicare parole impossibili da pronunciare. Rimproveri che non è possibile pensare. Loro due insieme sono un’entità che si muove da sola, sono un tutt’uno che gode di vita propria, sono come dirà Platone per spiegare l’amore, “due metà della stessa mela”.



Nella prima parte della storia, a differenza dell’Iliade, incentrata interamente sulla guerra, l’autrice dipinge un quadro quasi bucolico di Patroclo ed Achille, la loro vita nella calura estiva, sui monti insieme al maestro Chirone, la loro vita a due, lontani dalla guerra, dagli dei che condizionano sempre la vita e le scelte (!) di questi poveri greci. Sono immagini liete, leggere, soavi quelle della prima parte.

È nella seconda parte, con Odisseo e Diomede che personalmente vengono a cercare Achille per farlo combattere al fianco di Agamennone e Menelao, per riprendersi la moglie di quest’ultimo, Elena, rapita da Paride, figlio di Priamo, re dei troiani, che un quadro verde ed azzurro si tinge di rosso e di sangue e di morte. Patroclo segue Achille anche nella guerra.

«Il tormento infinito dell’amore e del dolore.

Forse in un’altra vita, avrei potuto rifiutare, avrei urlato strappandomi capelli,

lo avrei lasciato solo ad affrontare la sua scelta.

Ma non in questa.

In questa sarei salpato per Troia e lo avrei seguito, persino nella morte.

La sai che mi tenessi stretto, che premesse il suo corpo sul mio, pelle contro pelle, così uniti che niente avrebbe potuto mettersi tra noi.»



Ed Achille si sente forte proprio perché al suo fianco, nella sua tenda, a condividere il giaciglio, anche se io lo immaginavo proprio come un talamo nuziale, c’è e ci sarà sempre Patroclo. Patroclo che lo aspetta la sera dopo le razzie, Patroclo che asciuga e lava il suo sudore, Patroclo che cercherà di farlo ragionare quando Agamennone lo colpisce dritto nel suo onore rubandogli il suo bottino di guerra, Briseide, Patroclo che, pur di non far morire tutti gli Achei, chiede ad Achille di andare lui, al suo posto, Patroclo che muore, colpito da Ettore, Patroclo che anche dopo la morte cerca di ricongiungersi ad Achille, per ricongiungersi dopo l’ultimo addio.



Sapevo quello che sarebbe successo, perché per quanto un autore vada a rimettere mano all’Iliade, per quanto possa mettere del proprio, non può certo stravolgere il tutto, sapevo che Ettore avrebbe ucciso Patroclo e che Achille, pur di non morire all’uccisione di Patroclo, avrebbe ucciso a sua volta Ettore. Sapevo tutto. Lo avevo letto. E già mi ero emozionata vent’anni fa. Sapevo, eppure...eppure ho singhiozzato, non ho solo pianto. L’autrice è riuscita così bene a farci entrare nella testa di Patroclo e di riflesso in quella di Achille, che io davvero ero con Patroclo quando andava incontro alla morte ed ero con Achille quando non voleva lasciar andar via il corpo, morto, di Patroclo.



Questo libro ha dato anima ed umanità ad un personaggio che, almeno per me, era sempre stato messo nell’ombra da un Ettore perfetto, nell’amore incondizionato per Andromaca e la sua famiglia, da un Priamo più che dignitoso, quando va a chiedere al Pelide Achille di dargli il corpo del figlio Ettore per assicurargli una degna sepoltura. Achille esce grazie alla penna di questa autrice, come avrei sempre voluto vederlo e Patroclo, beh, Patroclo è il vero protagonista della canzone di Achille, perché Achille non sarebbe stato Achille senza Patroclo come Patroclo non sarebbe stato Patroclo senza Achille.



La narrazione scorre veloce, è emozione pura ad ogni pagina, non c’è un’immagine o uno scambio di battute o anche solo di sguardi, in cui non ci si senta parte di quel tutto. Tra le mani di questa autrice diventa una storia attuale, azzarderei moderna, in cui tutto è posizionato dove deve stare. Ed io non lo so, se la tradizione ci ha tramandato la realtà, una parte della realtà o solo una finzione, ma io so che da oggi in poi, per me, Achille e Patroclo sono i personaggi di questo romanzo.



Chi mi conosce sa che non do, quasi mai, cinque stelle. Sono un po’ tirata con i voti, perché un libro per meritarsi le cinque stelle deve essere perfetto, ovviamente per me, deve rispondere a miei requisiti, alle mie esigenze di lettrice. Questo libro merita cinque stelle dalla prima all’ultima pagina.
Voto:









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34 commenti:

  1. Dalla cover del primo libro direi "Altri incubi" XD

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  2. @ Chiara non conoscevo il tuo libro, non sono una grande amante delle raccolte ho sempre paura che mi lascino con un senso di insoddisfazione per la brevità delle storie…
    @ Ludovica il tuo libro lo conosco, ne ho sentito parlare appena uscito e mi ero ripromessa di leggerlo, ma non l'ho ancora fatto...spero di recuperarlo al più presto..

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    1. In questo caso la brevità delle storie è gestita benissimo, da maestri

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    2. È una delle migliori letture di quest’anno! Senza dubbio❤️

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  3. @Chiara Non conoscevo questa raccolta, ma ho preso appunti

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  4. @Ludovica La Miller è in lista da un bel pezzo: adoro la mitologia da sempre (ero piccola e in soffitta da mia nonna c'erano i libri delle elementari di mia madre e dei miei zii e all'interno tra le letture selezionate c'erano molti miti), ho adorato i brani dell'Iliade letti al liceo e ricordo sempre che alla scuola media abbiamo avuto come libro di narrativa Storie della storia del mondo che ho ritrovato su Amazon grazie a Prime Reading. Le tue parole hanno colpito nel segno e, esaurite le letture obbligate, lo inizierò assolutamente.

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    1. Maryella, tutto ciò che abbiamo appreso al Liceo, sarà solo il contorno, affascinante e necessario di quello che questo libro è in grado di regalare!

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  5. Chiara,non amo moltissimo i racconti, ma racconti fantasy mi piacerebbero eccome! Ovviamente salterei questo volume che hai appena letto... l’horror non fa proprio per me!

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    1. se riesci a buttarti sulla fantascienza, il n.3 è il tuo

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  6. Chiara il tuo non lo conosco ma che copertina figherrima che ha!
    Ludovica anche io ho amato tantissimo La canzone di Achille!

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  7. Chiara, ma ti stai facendo portare verso l'horror da Dolci, inquietante quella copertina. Ludovica, mi hai messo una curiosità addosso che non immagini.

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    1. La Miller ha fatto un lavoro buonissimo: ha dato dinamismo e modernità e sentimento ad un’opera che rischia, come tanti classici greci e latini, di finire nel dimenticatoio!!!

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    2. Menna sono meno da Horror e più da fantasy e fantascienza, ma questa raccolta merita comunque

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  8. Chiara, grazie per la segnalazione ma mi sa proprio che il libro non è il mio genere!
    Ludovica… questo libro è proprio il mio pane, dovrei davvero leggerlo!

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    1. Se la Miller facesse questo splendido lavoro di “riesumazione” classici,tanti ragazzi ed adulti non avrebbero il timore di coniscerli ed amarli!❤️

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  9. ammetto che nessuno dei due libri fanno parte della mia confort zone, soprattutto quello di Chiara, però io mi fido molto dei vostri giudizi e li terrò davvero in considerazione per il futuro.

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    1. Se leggi La canzone di Achille come un romanzo di formazione,un libro per ragazzi, che so che adori,potrebbe piacerti! Anzi,ne sono certa!!!

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  10. La Miller attende nel mio scaffale sia con Circe che con questo libro mentee l'altro libro non lo conosco e a essere onesta mi ispira meno 🤔. Belle le recensioni

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  11. Ludovica ho comprato La canzone di Achille subito dopo aver letto Circe, dopo le tue parole non vedo l'ora di leggerlo, bravissima come sempre

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  12. Mmm le raccolte non sono la mia passione,qualche volte le provo in ogni caso, ma la Miller prima o poi devo leggerla!!! Adoro le storie ambientate nel passato, di questa autrice poi non ho sentito niente di negativo.

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  13. Quando ho iniziato a leggere la canzone di Achille non pensavo mi sarebbe piaciuto così tanto: anche io sono sempre stata dalla parte dei Troiani ed, invece, in questo libro l'autrice ci fa conoscere un Achille a tutto tondo ed appare non come l'invincibile semidio ma un ragazzo con grandi responsabilità sulle spalle.
    Di Altri sogni devo dire che ha una cover davvero paurosa. Purtroppo io non amo molto leggere racconti anche se il genere fantasy mi piace

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    1. i racconti spesso non soddisfano, questi invece sì per fortuna

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    2. Sì Erica,dopo tanti anni sono riuscita a ridare una chance ad Achille!

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