giovedì 30 maggio 2019

Recensione "Volevo essere Maradona" di Valeria Ancione

Buongiorno, con molto piacere oggi vi parlo di questo libro, di cui ho potuto incontrare sia l'autrice sia la persona di cui racconta, al Salone del libro, grazie a Elisa che ha organizzato un incontro con noi blogger. Esperienza meravigliosa e arricchente. Ringrazio anche per la copia.

Autrice: Valeria Ancione
Titolo: Volevo essere Maradona
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 14 maggio 2019
Pagine: 189

Trama: 
Il pallone si trasforma in ali, le ali della mia felicità, e io so che posso volare.Non è facile la vita se sei femmina fuori e calciatore dentro. Patrizia però ha talento da vendere, non demorde e imbraccia il suo pallone come uno scudo, senza fermarsi davanti a niente e nessuno: né davanti alla madre, che le ripete di continuo di scendere dalle nuvole e studiare, né davanti ai ragazzi della borgata, convinti che una femmina non possa giocare a calcio. Grazie alla sua tenacia entra in una vera squadra e, di sfida in sfida, il suo sogno spicca il volo, portandola lontano, tra serie A e Nazionale. Patrizia però non dimentica mai il vero significato che ha per lei il pallone: è un rifugio, un amico fidato, un'ancora di salvezza negli anni dell'adolescenza. In una parola: è tutta la sua vita.
Una storia vera, che tra realtà e finzione ci accompagna nella vita di una ragazza che ha fatto del calcio la sua più grande avventura. Il racconto di un sogno straordinario, la prova che sulle ali di un sogno chiunque può volare.
«Il calcio per me è amicizie che durano nel tempo, amori, città, viaggi, sfide, impegno, solidarietà, condivisione, partecipazione, priorità, uguaglianza. Non ha confini. È un istinto primario. Ma essenzialmente è la mia vita. A otto anni volevo già essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panico, ma prima di tutto sono stata Bruscolo. E questa è la mia storia.»





Questo libro è una biografia, di Patrizia Panico (con l’accento sulla i, mi raccomando), calciatrice italiana con un curriculum di tutto rispetto.
Ho avuto il privilegio di poter dialogare, insieme ad altri blogger, sia con l’autrice del libro che con Patrizia, al Salone del libro, grazie all’incontro organizzato magnificamente da Elisa.
«Quando giochi a pallone, tu sei felice e rendi felici
tutti. E sei già un calciatore.»
Valeria Ancione ci ha raccontato come è giunta alla decisione di farne un romanzo per ragazzi e io non posso che essere d’accordo con lei, è la forma migliore per raccontare questa storia.
Quello che emerge dal libro è proprio, oltre all’amore smisurato per questo sport, la tenacia con cui Patrizia ha inseguito il suo sogno, rinunciando spesso ad altro e faticando non poco per realizzarlo.
Non basta la passione, non basta il talento. La fortuna aiuta, ma neanche quella è sufficiente. Ci vuole una perseveranza, che quasi sempre non abbiamo, e spirito di sacrificio.  
 
Amo i libri per ragazzi e Valeria Ancione ha un modo di scrivere che ho apprezzato moltissimo. Diretta, semplice, usando il gergo dialettale dove serve per caratterizzare benissimo i vari personaggi, ma senza esagerare. L’amore per il Calcio si percepisce anche attraverso le sue parole, un connubio perfetto. 
 Mi conoscono tutti come la figlia di Angelo e Rosella, ma soprattutto come il  maschiaccio, quella col pallone.
A me sta bene così. Mi piace essere femmina e maschio insieme, senza distinzioni, che le distinzioni mi fanno arrabbiare.
Mi è piaciuta tantissimo la parte relativa ai legami familiari, trovo che l’autrice abbia un modo splendido di esporre le varie dinamiche, adatto ai ragazzi ma non edulcorato. Ho amato moltissimo Sabrina, la sorella di Patrizia, che nella sua vita ha un ruolo fondamentale. Il loro rapporto è quello che ci si aspetta da due sorelle molto legate, tra bisticci e affetto. Si percepisce perfettamente l’importanza dell’una nella vita dell’altra. 
Altro fattore fondamentale è l’amicizia, che rende la vita sempre molto più interessante. 
 
L’ambientazione ha un ruolo fondamentale, perché siamo a Tor Bella Monaca, quartiere di Roma dalla reputazione non proprio limpida. Ho apprezzato molto il fatto di non minimizzare i problemi, ponendo però l’attenzione sugli aspetti positivi, sul fatto che volendo, e lavorando molto, si possano ottenere ottimi risultati. 
 
«Giudizio.» Nient’altro. Cioè, se proprio devi farlo, fallo bene. E io questa parola, che è il ritratto di mio padre, la metto in tasca e me la porto appresso per sempre, e sarà un po’ come la corda di nonna Margherita che ci riportava a riva ogni volta che  esageravamo, che ci allontanavamo dal… giudizio. Ognuno di noi crescendo dovrebbe avere una parola da tenere in tasca come una corda a cui aggrapparsi.
Il libro mi è piaciuto molto, moltissimo. Lo farò sicuramente leggere ai miei figli, consiglio a tutti di leggerlo, anche per gli insegnamenti che riesce a trasmettere e le riflessioni che porta a fare. Inoltre Patrizia bambina è un peperino tutto da scoprire. 
 
L’aver potuto chiacchierare con l’autrice e Patrizia è un valore aggiunto per me, che ha reso tutto ancora più meraviglioso e mi ha ricordato quanto ami far parte di tutto questo. Grazie ancora a Elisa, davvero tanto.  
Voto:




8 commenti:

  1. Ciao Chiara! Questo libro mi attira! Da ballerina dilettante, amo le storie degli sportivi, soprattutto quelle vere, perché spesso ritrovo sentimenti e sensazioni che ho provato anche io :-)

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  2. Bella recensione Chiara, queste storie possono insegnare molto sia agli adulti che ai ragazzi..

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  3. Complimenti per la recensione mi hai dato una bella panoramica sul libro e poi io sono di Roma, chi meglio di me può capire il significato delle parole "Tor Bella Monaca".
    Lo aggiungo alla lista dei libri da leggere.
    Francesca.

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  4. Mi è piaciuta moltissimo la tua recensione e adoro questo tipo di storie, testimonianze di vita bellissime e importanti :)

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