Buongiorno, dopo la pausa estiva torna anche la rubrica sulle serie, nata da una mia idea e che ha come obiettivo di cercare di portarne a termine qualcuna delle millemila iniziate.
Appuntamento fisso quindi ogni 11 del mese per parlare di serie.
Le mie ossessioni librose - Letture a pois - Made for books - Librintavola
La rubrica quindi consiste nel leggere mensilmente un libro appartenente a una serie cominciata (quindi non il primo) e di parlarne sul blog, però con una recensione speciale in questo caso.
Infatti per invogliarmi ho pensato di cambiare un pochino il metodo, avvisando prima. Farò una cosa che normalmente aborro, cioè farò spoiler, sulla serie e sul libro letto. Più un delirio da fangirl, che richiama perciò i gruppi di lettura sui social, che una recensione vera e propria.
Appuntamento fisso anche per Ludovica, mia cara collaboratrice, quindi armatevi di pazienza perché le recensioni saranno due.
Io vi parlo del seguito della dilogia di Jewel E. Ann, non ho saputo aspettare
Autrice: Jewl E. Ann
Titolo: Noi due per sempre
Editore: Newton compton
Data di pubblicazione: 29 luglio 2019
Pagine: 338
Serie: Transcend Duet Series Vol. 2
Trama:
Dopo un orribile incidente, Swayze si ritrova imprigionata in due vite. Frammenti di ricordi si alternano a veri e propri incubi che la spingono a immergersi sempre più a fondo in un viaggio alla ricerca della verità. Si lascerà trascinare lontano dai suoi sogni per inseguire un desiderio di vendetta che appartiene a una vita non sua? Ci sono cose che non possono essere spiegate, ma al suo fianco troverà Griffin, guidato da un amore intenso e sincero, e Nate, con il quale sente una connessione inspiegabile. E alla fine, quando tutto sarà sul punto di infrangersi, dovrà decidere se continuare a vivere nel passato o dedicarsi, una volta per tutte, al suo presente.
di Chiara
Recensione priva di spoiler
Non è facile per me parlarvi di questo libro, perché adesso che l’ho finito provo emozioni decisamente contrastanti.
Questo libro riprende dalla troncatura del primo, dove la storia si era bruscamente interrotta. Posso di nuovo asserire che avrei preferito un unico volume, magari più corposo, anche perché Noi due per sempre in diversi punti l’ho trovato allungato, con i concetti ribaditi troppe volte. Soprattutto a metà libro è un continuo ti credo ma non posso, ti appoggio ma anche no, tutto così.
Questa vita. È questa la mia vita. Deve essere questa. Non posso vivere senza questa vita.
Nell’insieme il libro mi è piaciuto, ho provato emozioni fortissime e una grande empatia, mi sono persino commossa, ma lo stesso presenta elementi che sopporto poco e mi hanno infastidita.
Oltre alla ridondanza di concetti, percepiti da me come un riempitivo, la cosa che meno ho sopportato è il livello di bontà presente nei vari personaggi. Credo di essere ingrassata leggendo tutto questo zucchero, che non è un difetto oggettivo, ma io lo sopporto poco, mi fa venire il prurito.
I tre personaggi principali, Swayze, Griffin e Nate, sono altruisti e buoni in maniera per me decisamente eccessiva, inoltre il loro atteggiamento spesso sfocia in azioni che proprio non sopporto, della serie: devo lasciarti perché ti amo troppo oppure non sei tu è colpa mia. Ecco questo mi ha innervosita.
Altra cosa che non mi è piaciuta molto è il finale. Mi spiego meglio, anche se tifavo per l’altra squadra, a livello di trama, per come si è sviluppata, ho condiviso tutto, non poteva essere altrimenti. Quello che non mi è piaciuto è l’averlo anche qui allungato troppo, con una manfrina per me inutile.
Non mi sembra amore, tantomeno autodifesa. Mi sembra solamente crudeltà.
Ho elencato quindi tante cose per me negative, ma non mi sento di bocciare la lettura, anzi mi viene da fare i complimenti all’autrice perché nonostante tutto questo il libro mi ha coinvolta ed emozionata moltissimo. Ho provato un’empatia fortissima per tutti e tre i personaggi, persino per quella testa dura di Griffin, e in alcuni passaggi mi sono commossa. Per un libro con così tante cose non gradite è una gradita sorpresa.
Il merito è dello stile dell’autrice, che mi piace ogni volta di più: adoro il suo modo di scrivere, sa mescolare bene momenti drammatici con battutine che stemperano e sa scandagliare in maniera stupenda l’animo umano.
Sicuramente la leggerò ancora, sperando in una storia più nelle mie corde, come è successo con I battiti dell’amore.
Autrice: Siri Pettersen
Titolo: Il dono
Editore: Multiplayer Edizioni
Data di pubblicazione: 16 maggio 2019
Pagine: 507
Serie: #3 Raven Rings
Trama:
L'ULTIMO LIBRO DELLA TRILOGIA RAVEN RINGS!
Hirka si prepara ad incontrare la casa regnante di un mondo freddo e gerarchico, dominato dal disprezzo verso i deboli.
Accetta suo malgrado il proprio destino, sperando in tal modo che Rime rimarrà in vita e Ymslanda sarà al sicuro. Ma la sete dei nati dalle carogne nei confronti del Dono è infinita, e Hirka deve riconoscere che la guerra che voleva fermare è inevitabile.
Questa consapevolezza presto metterà alla prova tutto ciò in cui ha creduto e per cui ha lottato.
di Ludovica
Recensione priva di spoiler
Passate anche a leggere gli altri blog, appuntamento al mese prossimo!
Recensione priva di spoiler
Quando arrivi al terzo
volume di una serie epic fantasy come questa, in cui davvero hai trovato la
realizzazione del tuo libro ideale, (sempre dopo BF, ovviamente) in cui non
avresti cambiato neanche una virgola dei due letti precedentemente, arrivi più con
il terrore che l’ultimo possa in qualche modo deluderti, che con la frenesia di
sapere cosa si sia inventata la scrittrice per uscire dal baratro in cui aveva
fatto precipitare i suoi lettori alla fine del secondo.
Con assoluta certezza e
tranquillità posso affermare che questa è una saga perfetta, che si conclude
perfettamente, in cui ogni libro ha un valore altissimo, estrinseco addirittura
alla saga stessa. Anzi, ad onor di cronaca, posso dire che, pur avendo
terminato il libro a metà luglio, ho cercato di rimandare il momento di
parlarne il più possibile, proprio per la difficoltà di distaccarmi dalla
Storia, dall’Ambiente, dai Personaggi che rendono questo libro unico. Mi sono bastati un paio di giorni in cui l’ho
risfogliato, ho trovato le mie note al margine, ho riletto gli appunti sul
taccuino, per ripiombare immediatamente in una storia che non riuscirò a
dimenticare, che mi rimarrà dentro, che mi ha dato tantissimo.
A livello di emozioni
innanzitutto, perché è impossibile non immedesimarsi e non avere voglia di far
correre ancora più veloce Hirka nel suo lungo cammino verso casa, impossibile
non soffrire insieme a Rime per i suoi sensi di colpa, per tutti i cadaveri che
continua a lasciarsi dietro e che sembrano allontanarlo sempre di più da Hirka,
per la nostalgia ed il desiderio che continua a provare con immutata profondità
per la figlia di Odino, marciume, menskr, o come la si voglia chiamare.
A livello di storia, di
svolgimento della stessa, di trama che continua a rilevare colpi di scena, che
non perde mai ritmo, che continua ad essere incalzante ed originale, anche se
diventa più introspettiva, più intimista e riflessiva.
A livello di linguaggio,
di scrittura, che per niente semplice ed immediata, ha bisogno di attenzione,
ma non raggiungerà mai la cura che Siri Pettersen ha messo in questo suo
romanzo.
A livello di personaggi,
che acquistano ancor più spessore, se possibile, che maturano, crescono,
sbagliano e si rialzano, hanno fiducia e sono traditi, ma restano attaccati ai
loro ideali e ai loro obiettivi. Un personaggio chiave, secondo me, anche se
appare solo nelle prime pagine è Lindri, l’oste della piccola sala da The. Il
suo personaggio in questa terza fase della saga è colui che vede davvero Rime, come aveva sempre visto Hirka, è colui che riconosce in lui la sua
grandezza, il suo amore e che gli dimostra, nell’unico modo possibile, la sua
lealtà.
«Ti hanno
insegnato che fintantoché sei tu a farla, allora si tratta della cosa giusta.
Le famiglie
sono la legge.
La legge
sono le famiglie.
Ciò nonostante
tu stai lottando contro te stesso,
e questo ti
rende un uomo valido, Rime.
Un uomo
forte.
Soltanto
gli uomini forti accettano di perdere tutto.»
Avevamo lasciato i
protagonisti, Hirka e Rime, ancora una volta separati, ancora una volta finiti
uno in un Mondo, ed una in un altro, con obiettivi diversi, ma sempre legati da
quella che per entrambi rappresenta la vera ed unica casa: Ymslanda. Con tutte
le sue contraddizioni, le congiure, le leggi ignorate o sovvertite, con i
segreti e le morti e le ferite non rimarginate, ma con gli affetti più veri e
gli ideali più alti, Ymslanda è il luogo dove torneranno, dove hanno lasciato
la loro infanzia ed il loro cuore, dove credono entrambi che moriranno. Ed è lì
che, ognuno dei due, seguendo la propria strada, sono diretti. Sono in cammino,
Hirka e Rime, viaggiano tra i mondi, viaggiano attraverso se stessi, viaggiano
per trovarsi, perdersi e poi ritrovarsi, viaggiano per mettere fine ad una
storia iniziata secoli prima, disposti a tutto pur di trovare la pace, anche a
fare la guerra, anche a combattere su diversi fronti, anche a morire.
Leggo tantissimi fantasy,
è senz’altro uno dei miei generi preferiti, quello in cui è impossibile restare
attaccati alla realtà ma anzi in cui è necessario volare con la fantasia pur di
comprendere quello che si legge, ci sono periodi in cui addirittura leggo
esclusivamente fantasy, perché mi va, ma soprattutto perché ne ho bisogno. Ed è
per questo che posso asserire con assoluta “conoscenza dei fatti” che il mondo
dei fantasy è pieno di libri in cui i protagonisti, pur avendo sentimenti ben
definiti l’uno per l’altra, pur condividendo la maggior parte delle volte un
unico obiettivo, si trovano però quasi sempre a combattere non dalla stessa
parte, ma in fazioni diverse, e sono spesso vittime di incomprensioni e
sotterfugi e menzogne. E so perfettamente che, ai fini della storia, l’autore
sia quasi costretto a posizionarli in frange opposte, proprio per mantenere la
tensione sempre alta e tenere anche viva l’attenzione del lettore.
Sicuramente Rime ed Hirka
non sono molto differenti da tanti altri protagonisti, anzi loro in una
trilogia di qualche migliaio di pagine si troveranno nella stessa stanza
pochissime volte, non combattono fianco a fianco neanche nell’ultimo capitolo
di questa saga, quindi incarnano perfettamente questo schema narrativo, sì lo
so, ma con una grande differenza.
Se chiudo gli occhi e
faccio uno sforzo di immaginazione, se focalizzo la loro storia in tutta la trilogia,
io vedo che loro, dall’inizio del primo libro fino alla fine del terzo, non
solo sono separati, vivono proprio in mondi diversi, spalleggiano esseri
viventi che più diversi tra loro non potrebbero essere, oltrepassano cerchi di
pietra che li avvicinano per una manciata di minuti e poi li separano, riescono
a sfiorarsi le labbra una sola volta in mille pagine, ma per tutto il loro
viaggio, tu lettore, sai che il loro cuore appartiene solo
all’altro.
Non esistono mondi a
dividerli.
Non esistono altri uomini
o altre donne.
Non esistono ostacoli.
Anche se Rime crede che
Hirka lo odi profondamente per quel che è diventato, lui va avanti per la sua
strada, con l’unico obiettivo di salvare lei!
Anche se Hirka crede di
non poterlo salvare, lotterà con tutte le sue forze solo per dare la salvezza a
lui!Non è solo amore.
È amicizia.
È lealtà.
È sentire di
appartenersi.
È sentire che anche la
morte, quando si tratta di loro, vada oltre la morte stessa.
«Le sue
parole le riportarono alla mente l’immagine
di Rime.
Bello,
privo di remore, selvaggio, grezzo.
Era il suo
esatto contrario, eppure era la sua anima.
Aveva fatto
cose che lui chiamava necessarie, lei terribili.
Mosso da
buone intenzioni, aveva calpestato tutto ciò in cui lei credeva. Eppure lei lo
amava.
Lo amava,
le mancava. Lo giudicava, lo condannava e si infuriava.
Ma
qualsiasi cosa pensasse, non c’era nulla che potesse cambiare la realtà:
per lui
avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Ed era
costretta dimostrarlo.»
E l’ulteriore e grande
merito di questo libro, di questa saga, è il connubio perfetto di personaggi
descritti magistralmente, di realtà paradossali, ma così concrete e quindi
realiste, è il centro in cui convertono una serie di elementi che lo fanno
diventare, senza ombra di dubbio, una delle mie saghe preferite, in assoluto.
Grazie Chiara, perché se non mi avessi consigliato di leggerla, avrei perso una
bellissima occasione di crescita personale e da quasi-blogger quale sono.
Voto:
Passate anche a leggere gli altri blog, appuntamento al mese prossimo!
@ Chiara devo ancora leggere il primo libro di questa serie, ne ho sentito parlare benissimo, mi spiace che non ti abbia convinto del tutto.
RispondiElimina@ Ludovica bella recensione e anche la tua serie è in attesa del suo momento e sono molto curiosa, magari me la leggo quest'inverno quando fuori nevica...
La mia serie, che è anche un po’ la serie di Chiara, perché se lei non l’avesse LIEVEMENTE consigliata, io avrei tardato a leggerla, è perfetta. Senza altri commenti, ma bisogna essere in grado di comprenderla! Sono sicura che a te piacerà!
EliminaSabrina io la Ann te la consiglio proprio, secondo me tu la adoreresti. Su Siri sai già come la penso
EliminaLa Jewl E. Ann non l'ho mai letta ma sembra papabile
RispondiEliminaLa Pettersen mai sentita nominare :P
La Pettersen? E chi la conosce? Comunque so che il fantasy non è proprio il tuo genere, ma vale davvero la pena di leggerla?
EliminaIl punto interrogativo era in realtà un grosso punto esclamativo!!
EliminaNon ti ho mai parlato de La Figlia di Odino, no no. Della Ann leggi prima I battiti dell'amore
EliminaQuello della Ann sembra carino, mentre Il dono non credo faccia per me
RispondiEliminaIl Dono non è per niente una lettura facile ed immediata, e non è per tutti, hai ragione, ma credo sia davvero una delle migliori saghe mai lette!
EliminaLa Ann potrebbe piacerti
Eliminadel libro di Siri ne ho sentito parlare così tanto da Chiara che ormai è diventato un po' come le sieri di Kristoff. Ludo recensione splendida come sempre.
RispondiEliminariguardo il titolo letto da Chiara invece non mi ricordavo affatto fosse una serie, ho completamente rimosso. credo sia uno di quei romanzi che con qualche accorgimento maggiore sarebbe potuta essere davvero molto molto bella.
Tu devi recuperare Siri, forza! Della Ann invece leggi prima I battiti dell'amore
EliminaCiao sono nuovo segui il mio blog?
RispondiEliminahttps://readandcomplain.blogspot.com/2019/09/jay-kristoff-e-solo-una-licia-troisi.html
Passo a guardare subito
EliminaLudovica la tua meravigliosa recensione mi fa venire voglia di rileggere tutto. Quante soddisfazioni!
RispondiEliminaNoi due per sempre potrebbe piacermi, ma con la Pettersen si gioca a mani basse! Devo ancora iniziare la serie, ma sarà in programma. Ho perfino il primo libro!
RispondiEliminaBravissima Diana
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