Premessa: L'ordine di lettura, e quindi di recensione, è quello del libro, che ha seguito l'ordine assegnato della serie e non quello di pubblicazione.
Trama Fondazione e Impero:
La gravissima crisi che scuote l'impero galattico è arrivata all'apice. Su uno scenario di conflitti sempre più violenti ed estesi, avanza una figura inquietante e gigantesca, quella del mutante che tutto l'universo conosce come il Mulo. Quali sono i suoi disegni? Perché il futuro della galassia è messo in pericolo dalle sue trame? Lo saprete leggendo questo romanzo, il secondo dell'ormai famosissimo Ciclo della Fondazione, il capolavoro di Asimov qui riproposto in una versione accuratamente rivista e al passo coi tempi.
Quarto libro di questa saga, l’Impero ormai è quasi del
tutto inesistente, il suo declino ha raggiunto un livello grave e quindi la
Fondazione, la Prima Fondazione, riesce a contrastarlo senza grosse difficoltà,
rassicurati sempre dall’ologramma di Hari Seldon, che con le sue crisi ha fatto
convergere le varie azioni, o anzi meglio le non azioni, secondo le previsioni
della psicostoria. Ma può una previsione avvenuta centinaia di anni prima
tenere conto di tutto? Un singolo individuo può cambiare le sorti della
galassia?
Continua a piacermi molto questa saga, ho apprezzato molto le battaglie prima della Fondazione contro l’Impero, poi della Fondazione contro Il Mulo, questo misterioso personaggio che riesce a sconvolgere persino la psicostoria (sarà forse così o era previsto? Questo ancora me lo chiedo).
Mi è piaciuta la riflessione sul guardare all’umanità nel suo complesso e non al singolo individuo, sull’errore forse di fare una scelta simile, in quanto l’individuo è imprevedibile, ma può muovere i mondi.
Anche io sono un po’ così, nella lettura apprezzo meglio il singolo piuttosto che la globalità, infatti avevo adorato tantissimo le storie con protagonista Hari Seldon rispetto a quelle che comprendevano più anni e molte più persone.
Stavolta è stato introdotto un nuovo personaggio, ammantato di mistero, che viene presentato come antagonista, anche se, a ben guardare, i suoi motivi sono più leciti che quelli decisi diversi anni prima dalla psicostoria: Il Mulo. Mi è piaciuto un sacco, mi ha proprio affascinato ed è il tipo di antagonista che piace a me, ha reso tutto meno prevedibile e più accattivante.
Tra le varie riflessioni che questa saga mi sta facendo fare, come già espresse nelle precedenti recensioni, stavolta è stato anche aggiunto il fatto che spesso l’umanità aspetta e non fa nulla, ma spera che tutto si risolva come per magia, crisi Seldon, in questo caso. L’immobilità, il non volersi schierare, di nuovo una tematica attuale che riguarda tutti da vicino. Anche in questo caso io propendo per il singolo, per prendere posizione e fare qualcosa, piuttosto sbagliare ma non lasciarsi scivolare addosso le cose.
Avevo capito in anticipo il colpo di scena finale, ma non tutte le sue implicazioni, che mi hanno fatto restare col naso sul libro fino alla fine. La questione si fa ogni pagina più interessante e sono contenta di poter proseguire subito, alla ricerca della Seconda Fondazione.
Di Asimov ho letto delle raccolte di racconti. L'ho trovato un precursore dei giorni nostri. Visionario sì, ma la maggior parte delle volte la fantascienza anticipa la realtà (è stato così anche per Philip K. Dick)
RispondiEliminaHai proprio ragione, visionario e precursore dei tempi
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