Il Dystopian Day mi ha permesso di intervistare diversi autori, venerdì è stata la volta di Liliana Marchesi, autrice che adoro e fondatrice del sito Leggere distopico, organizzatrice dell'evento, oggi vi propongo invece Delos Veronesi, autore e collaboratore del sito di Liliana, .
Grazie ancora a Liliana e a Mariana della libreria Il covo della ladra di libri, che non hanno mollato mai, e limitazione dopo limitazione sono riuscite a organizzarlo lo stesso, con una forma diversa, attraverso video e dirette. Noi blogger (ero accompagnata da Red Kedi, The wee small hourse Diario di ErreBi) abbiamo potuto aiutare attraverso interviste video e domande sui social.
Sulla pagina facebook della libreria Il covo della ladra di libri, trovate le varie dirette e i video, potete guardare anche su You Tube, se vi foste persi qualcosa.
ATTENZIONE! Cliccando qui potrete scaricare GRATIS, grazie a Watson Edizioni, l'antologia di racconti Cross War (racconti dell'universo Newman)
Oggi tocca quindi a Delos Veronesi, di cui ho letto Winter, che oltre a essere un autore dell'elenco, è stato anche moderatore del Panel relativo all'editoria, inoltre fa parte del sito Leggere distopico, braccio destro di Liliana nell'organizzazione di tutto quanto.
Oggi tocca quindi a Delos Veronesi, di cui ho letto Winter, che oltre a essere un autore dell'elenco, è stato anche moderatore del Panel relativo all'editoria, inoltre fa parte del sito Leggere distopico, braccio destro di Liliana nell'organizzazione di tutto quanto.
Autore: Delos Veronesi
Titolo: Winter
Editore: Watson Edizioni
Data di pubblicazione: 9 aprile 2018
Pagine: 248
Serie: I figli del Newman Vol.1
Trama:
In un futuro non troppo lontano, un killer silenzioso e freddo come l'inverno, si muove tra le opprimenti pareti di metallo delle colonie orbitali in cui gli esseri umani hanno dovuto esiliarsi. Non sa nulla del suo passato, gli scienziati del Progetto Newman gli hanno tolto tutto, anche il suo nome, per trasformarlo nella macchina da morte chiamata Winter. Cresciuto lontano da ogni contatto umano, immerso in un mondo di sangue e violenza, si ritrova a vivere in una realtà fatta di deboli ipocrisie e un classismo non meritocratico. Costretto a lottare ogni giorno per poter sopravvivere al suo stesso destino, dovrà fuggire o riuscire a sconfiggere tutti i soggetti del Progetto Newman che gli danno la caccia. Ma dopo il suo incontro con July, una ragazza in fuga per aver sorpreso il console Nick Nycros con uno dei boss della malavita, Winter si troverà coinvolto nell'avventura più complessa della sua vita: riscoprire la sua umanità.
Intervista
1. Domanda: Entrare nella redazione di Leggere Distopico ti ha aiutato come autore?
Risposta: Più che come autore mi ha fatto crescere come lettore. Ho incontrato molte persone che condividono la mia stessa passione e un ambiente fertile in cui coltivarla.
2. D: Scrivere articoli e scrivere libri è diverso. Cosa ti dona maggiori soddisfazioni?
R:Scelta
molto difficile. Gli articoli mi permettono di spaziare tra argomenti
differenti ma purtroppo mancano della possibilità di creare
personaggi con cui empatizzare. Mi piacerebbe molto fare
l’articolista ma non credo che mi sentirei abbastanza appagato da
rinunciare alla scrittura dei romanzi.
3. D: Secondo te l'inquinamento ambientale di oggi può portare a scenari distopici futuri?
R: Stiamo
già andando in quella direzione. L’umanità sta consumando l’unico
pianeta sui cui, per ora, possiamo vivere. Abbiamo inacidito le
acque, svuotato gli oceani, riempito l’aria e il suolo di
particelle cancerogene e stiamo sciogliendo i ghiacciai. Mi auguro
che non raggiungeremo gli estremi raccontati nei romanzi, ma di certo
abbiamo preso una strada che ci costringerà a vivere in scenari
completamente differenti da quelli in cui viviamo ora.
4. D: Quanto, secondo te, la narrativa distopica è lo specchio della società di oggi?
R: La
narrativa di fantascienza, e la distopica in particolar modo, sono da
sempre lo specchio delle paure e delle ambizioni della società.
Abbiamo pubblicato quattro articoli su leggere distopico che
raccontano come la letteratura fantastica abbia raccontato le realtà
dei tempi in cui erano stato scritti. Negli anni 20 del 900 la
rivoluzione industriale aveva generato il panico per la
disumanizzazione delle moderne fabbriche d’allora. Negli anni a
cavallo della seconda mondiale il terrore per le dittature dispotiche
ha ispirato grandi scrittori, l’avvento della moderna elettronica
ha ispirato il cyberpunk e la guerra fredda ha generato le
ambientazioni apocalittiche post atomiche. La distopia è una
trasposizione estremizzata di quello che ci spaventa e allo stesso
tempo un modo di esorcizzarla attraverso una storia lontana da noi.
R: Da
me e da tutto quello che mi circonda. La realtà è più incredibile
della finzione e basta un pizzico di fantasia per trasformare un
evento apparentemente normale in una scena molto più teatrale.
6. D: Quanto tempo dedichi alla scrittura nella vita di tutti i giorni?
R: Non
ho un tempo preciso. Cerco di ritagliarmi degli spazi di tempo ma non
sempre ci riesco o ho l’ispirazione per utilizzarli. La scrittura
andrebbe allenata quotidianamente ma purtroppo non ho mai avuto la
costanza di farlo, gestisco la mia passione senza una regola e passo
dall’apatia completa allo scrivere per molte ore senza fermarmi
mai.
7. D: Parlando di Winter, il protagonista del libro è un killer glaciale, ti identifichi in lui (se sì ho già paura)? Magari in qualche atteggiamento o caratteristica?
R: In
effetti c’è molto di me in Winter., dalla struttura fisica agli
atteggiamenti. I sui silenzi, le sue paure o l’essere stato
costretto a vivere situazioni segnanti sono punti in comune con il
personaggio. Trattandosi della mia prima (vera) opera ho riversato
moltissimo di mi tra le pagine, dalle gioie alle citazioni
fumettistiche, ho attinto a ciò che mi rappresentava e l’ho
ricostruito per adattarlo alla narrazione.
8. D: Da chi hai tratto ispirazione per descrivere la Newman, la società corrotta del libro?
R: Sinceramente
non saprei darti un nome in particolare. Ci sono certamente molte
citazioni che potrebbero ricordare quel luogo distorto, a me è
bastato pensare alla mia infanzia.
9. D: L'ambientazione di Winter è molto particolare, da brividi. Credi che sia un possibile scenario futuro?
R: Ho
sempre amato definire Winter un romanzo futuribile. Non ci sono magie
tecnologiche come spade laser, teletrasporto e nemmeno pianeti
colonizzati a milioni di anni luce da noi. Basandomi sulle nostre
attuali possibilità tecnologiche ho cercato di rappresentare uno
scenario evolutivo il più credibile possibile. Ogni dettaglio, dalle
modificazioni genetiche agli studi sui suicidi nelle società
claustrofobiche, le colonie spaziali o le modifiche linguistiche (eh
si, le H non le ho perse per strada, ho solo immaginato un linguaggio
più fonetico) sono reali e con un po’ di pazienza facilmente
reperibili in saggi scientifici.
Detto questo, e partendo dai presupposti storici di come sono finiti tutti gli imperi coloniali, non è difficile pensare a come possa essere la vita chiusi all’interno di colonie orbitali. Credo che l’universo che ho raccontato sia più verosimile di quanto mi piaccia immaginare.
Detto questo, e partendo dai presupposti storici di come sono finiti tutti gli imperi coloniali, non è difficile pensare a come possa essere la vita chiusi all’interno di colonie orbitali. Credo che l’universo che ho raccontato sia più verosimile di quanto mi piaccia immaginare.
10. D: Lo vedresti un film tratto da questa storia? Quali sarebbero gli attori ideali?
R: Si,
certamente, credo che abbia il giusto mix di azione e avventura.
Sugli attori non mi posso sbilanciare, non sia mai che poi fanno
veramente un film e nasce la polemica sulle mie dichiarazioni. No,
scherzi a parte, credo che la cosa bella della letteratura sia quella
di poter immaginare i personaggi come più ci piace. Lascio ai
lettori il piacere di associare un volto ai protagonisti.
Grazie ancora a Delos per il tempo e l'attenzione dedicata. Mi raccomando se non avete ancora letto Winter dovete farlo, così pure l'antologia di racconti!
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