martedì 31 marzo 2020

Recensione "Il gatto & gli stivali" di Marta Leandra Mandelli - Dystopian Day intervista all'autrice




Il Dystopian Day mi ha permesso di intervistare diversi autori, dopo averti già proposto Liliana Marchesi, autrice, fondatrice del sito Leggere distopico e organizzatrice dell'evento, e Delos Veronesi, autore e collaboratore del sito di Liliana, oggi vi propongo un'altra intervista, ma prima vi lascio la mia impressione sul suo libro, letto per l'occasione.



Autrice: Marta Leandra Mandelli
Titolo: Il gatto & gli stivali
Editore: A.CAR.
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2018
Pagine: 328

Trama:
Secoli dopo l'Olocausto nucleare, i sopravvissuti vivono al riparo delle Città Scudo. Tra grattacieli futuristici e parchi lussureggianti, si aggrappano alla vita del passato. Eppure, fuori dalle cupole, il deserto post atomico, popolato da mostri mutanti, li tiene sotto assedio. La torre più alta di New Seelia appartiene alla Van Der Moon, polo tecnologico che si batte per l'avvenire dell'umanità. Ed è qui che Myra, una ragazza in cerca di riscatto, dà una svolta al proprio destino. Armata di un'incrollabile forza d'animo e dell'inaspettata amicizia con uno strano gatto randagio, Myra conosce Alain Van Der Moon. Tra i due scocca subito la scintilla. Tuttavia, Alain custodisce un segreto terribile, che potrebbe riscrivere la storia dell'Olocausto e rovesciare il fato dei sopravvissuti. Non è l'unico: anche il misterioso Chris è arrivato a New Seelia armato di buoni propositi e colpe infamanti. Vuole riabilitare il suo nome e la via della redenzione lo conduce dritto dai protagonisti. Intanto, i Perduti diventano sempre più audaci e i loro attacchi gettano un'ombra sugli abitanti delle Città Scudo.

In un futuro lontano, dopo una guerra distruttiva chiamata Olocausto, la popolazione vive protetta da scudi sulle città, il tutto regolato da poteri non ben definiti e sotto continui attacchi di coloro che sono rimasti fuori, i Perduti. In mezzo a questa guerra millenaria e infinita vive Myra, ragazza che ama la storia passata e che cerca di sopravvivere, ignorando come tanti i giochi di potere nelle alte sfere. La sua vita verrà però stravolta e tutto avrà inizio con lo strano incontro con un gatto e il ritrovamento di un paio di stivali, come nella famosa favola. 

Questa storia ha una trama particolarissima, che è la cosa che più mi è piaciuta. Strana e originale, mescola elementi fantasy inseriti però in un contesto post apocalittico. 

Ho trovato veramente innovativo la creazione di "persone" che in realtà sono emozioni, non posso dire altro per non fare spoiler, ma questo è l'elemento che maggiormente mi ha colpita. 

Anche l'ambientazione mi è piaciuta, l'ho trovata ben descritta e funzionante e mi sono figurata il mondo immaginato dall'autrice. 

Nel contesto però ho trovato la lettura poco scorrevole e a tratti quasi noiosa, nel leggerla mi sono distratta con troppa facilità, non sono riuscita a provare quel trasporto necessario a farmi catturare dalla storia, benché interessante. 

Ho trovato la caratterizzazione dei personaggi poco efficace, sono tanti e spesso ho fatto confusione. Inoltre sia Myra che Alain (i due POV) mi sono stati antipatici, non sono riuscita a provare empatia per loro. L'elemento strano introdotto dalla figura del gatto è l'unico che mi ha incuriosito, così come il suo alter ego (sono sibillina ma lo spoiler è veramente dietro l'angolo). 

Ho proprio un po' patito lo stile dell'autrice, che ho trovato troppo ricercato per questo tipo di storia. Non è scorrevole né fluido, a tratti mi è sembrato troppo "costruito". 

Ci ho messo quindi un po' a leggere questo libro, ma il finale mi ha lasciato curiosità, in quanto aperto. Trovo l'idea alla base del libro veramente originale, per chi è in cerca di qualcosa di diverso è proprio l'ideale.
Voto: 


Spero di avervi incuriosito, ora l'intervista. 




Nel corso del Dystopian Day è stato trasmesso questo video, con la prima parte di questa intervista ai tempi della quarantena. Se ve la siete persa, eccola qua.




Intervista

1. Domanda: Quanto, secondo te, la narrativa distopica è lo specchio della società di oggi?

 Risposta: Penso che la letteratura, come l’arte in generale, sia sempre figlia della società che la genera. Quindi anche la distopia, che non è un nuovo genere letterario e attinge alla filosofia del passato. Sentirsi in disaccordo con il nostro mondo e, quindi, immaginarlo diverso, anche forzando la mano, anche a costo di storpiarlo e di mettere in luce le nostre paure: credo che questa sia l’essenza di coloro che si interrogano sul futuro e sperano che possa andare bene nonostante le avversità. E, magari, come me sperano che gli eroi esistano sul serio e che possano essere anche persone normali, ma dotate di cuore e coraggio. Un’ultima considerazione: grazie al cielo, viviamo in un contesto che ci permette la libertà di pensiero e di parola e, quindi, non dobbiamo temere censura.



2. D: Da chi/cosa trai ispirazione per le tue storie?

R: Tutto è fonte di ispirazione: dai libri leggo alle persone con cui parlo, dalle mostre ai viaggi, passando per le mie esperienze personali, comprese le paure e le aspirazioni.



3. D: Quanto tempo dedichi alla scrittura nella vita di tutti i giorni?

R: Sto cercando di scrivere un romanzo all’anno, che è una bella sfida! Per tenere questo passo, scrivo in genere due o tre nuovi capitoli a settimana nei periodi di scrittura vera e propria. Poi, ci sono le revisioni prima e dopo l’editing, e le riletture delle bozze per la stampa. In ogni caso, sono convinta che la lettura sia parte di integrante di questo processo, perché mi aiuta ad affinare le mie capacità espressive, oltre che a stimolare la creatività. Sempre facendo una media spannometrica, leggo un romanzo ogni 7/10 giorni, prendendo come modello un volume di 400/450 pagine, che è la mia taglia preferita.


Grazie ancora a Marta per la disponibilità e andate a leggere Il gatto & gli stivali.


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