venerdì 6 marzo 2020

Recensione "Ogni giorno come il primo giorno" di Giorgia Penzo

Autrice: Giorgia Penzo
Titolo: Ogni giorno come il primo giorno
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 31 maggio 2018
Pagine: 358

Trama:
Una ragazza e i suoi sogni. Una storia di passioni, di amicizie e resilienza.
Ogni giorno Petra vorrebbe poter tornare indietro. Vorrebbe poter schiacciare il tasto rewind, vorrebbe poter riavvolgere il nastro, riportare tutto a com'era prima.
Prima di quella lezione di guida.
Adesso sua sorella Cloe non c'è più. E ogni giorno è così maledettamente difficile andare a scuola, sentir ridere gli altri, vedere la sua famiglia cadere a pezzi e sentire tutto il mondo urlarle in faccia che è colpa sua se Cloe è morta in un incidente d’auto.
Adesso Petra è sola. Sola con un diario che inizia a riempire con pezzi di se stessa, dei suoi giorni senza Cloe, dei suoi problemi a scuola, della musica che le suona in testa, della mancanza che sente e della sua voglia di vivere anche per la sorella.
Piano piano la rabbia si trasforma in voglia di cambiare, di far valere quella vita che le sembra fatta di nulla e renderla degna di essere vissuta anche per lei che non può più farlo, per Cloe.
Niente feste sfrenate, niente più alcol o brutti voti a scuola, Petra vuole ricominciare a vivere.
Sulla sua strada Petra incontra Lore che le fa riscoprire l’amicizia, quella vera inossidabile che vince su tutto, e Dario.
Dario le fa capire che cos'è l’amore, la voglia di stare insieme e non lasciarsi mai, anche se tutto ripiomba nell’oscurità quando il passato del ragazzo rischia di mettere in discussione tutto quello che Petra ha costruito per tornare a vivere.
La scuola, l’amore, i problemi con i genitori, le delusioni, i traguardi e le conquiste. Un diario per ricominciare, per permettere a Petra di ritrovare il suo posto nel mondo e per far sì che ogni giorno sia come il primo giorno della sua nuova vita.
Il romanzo di Giorgia Penzo arriva dritto al cuore di chi ha perso qualcosa e crede di essere sbagliato, di chi cerca il suo posto nel mondo e di chi si aggrappa alla speranza di riuscire a trovarlo. Per vivere la vita a pieno in tutta la sua straordinaria e bellissima complicatezza, ogni giorno come il primo giorno. 

Petra ha deciso di scrivere un diario. Lo ha deciso perché glielo hanno consigliato, perché il dolore che ha dentro ora è insopportabile, rischia di farla esplodere. Perché sua sorella Cloe è morta, ed è colpa sua. Perché la vita ora sembra inutile, perché ora è veramente sola e non ce la fa più. Ma proprio quando le sembra di aver toccato il fondo ecco la risalita, nelle persone di Dario e Lore
I bisbigli ribadiscono tutti la stessa cosa: è stato un incidente, una fatalità. Eppure, io mi sento Caino.
Questo libro è un pugno nello stomaco, è forte e fa male. Va a toccare temi impegnativi perché oltre che del lutto parla di rapporti familiari, di amicizia e anche di amore. Ma anche e soprattutto di presa di coscienza di sé, di crescita, di passaggio alla maturità
 
Ci ho messo un po’ a leggerlo, perché mi ha colpita nel profondo e non sempre avevo voglia di scandagliare l’animo per portare a galla riflessioni o emozioni sopite. Questa per me non è una cosa negativa, anzi, colloco questa lettura in quelle che definisco terapeutiche, che mi aiutano a dare un nome a ciò che provo. Non è però una lettura di evasione, né da fare in maniera leggera, richiede il suo giusto tempo
 Mi rannicchio in posizione fetale, ho paura di perdermi. Ho diciotto anni ma dentro ne sento mille, tutti accatastati sul petto. Mi schiacciano e non mi fanno rialzare.
La storia di Petra mi ha coinvolta molto, trovo che il lavoro fatto dall’autrice sulla caratterizzazione dei personaggi, non solo la protagonista, sia stato eccellente. Ha descritto un ventaglio completo di possibili persone, di possibili reazioni al dolore e alle difficoltà
Così come ognuno ama a suo modo, ognuno soffre a suo modo. C'è chi fugge dai rimorsi e chi sopravvive aggrappato ai ricordi. 
Il personaggio che più mi è piaciuto è Lore, l’amica di Petra, perché è la più genuina e accetta le persone per come sono, senza bisogno di cambiarle. 

Giorgia Penzo scrive benissimo, avevo letto un suo precedente scritto, un fantasy, ma qui ha dimostrato una maestria maggiore, una cura dei dettagli che mi ha piacevolmente colpita. 

La struttura della narrazione a diario però non è la mia preferita, anzi, spesso fatico e anche stavolta in alcuni momenti mi ha infastidita. 

Ho particolarmente apprezzato il finale, che riassume i concetti elaborati nel corso del libro e sottolinea il bisogno di stare bene dapprima con se stessi, di perdonarsi prima di farlo con gli altri. 
Ero Petra. Sono Petra. Sarò sempre Petra. Indipendentemente dal fatto che importi a qualcuno.
Consiglio questa lettura a chi cerca qualcosa di molto coinvolgente, di profondo e introspettivo.
Voto: 



Ringrazio l'autrice per la copia 

Conoscete questo libro?


8 commenti:

  1. Bella recensione Chiara, il tema affrontato non è dei più leggeri e va affrontato con il giusto stato d'animo… Me lo segno per quando avrò voglia di qualcosa di impegnativo.

    RispondiElimina
  2. Davvero bellissimo questo romanzo, lo lessi anni fa e mi pkabwie davvero tanto ☺️☺️☺️

    RispondiElimina
  3. Sembra molto impegnativo; grazie per la recensione

    RispondiElimina